Tortelli o Ravioli? La risposta di Luca

Anche in tempi durissimi può capitare una pausa, un piccolo grande godimento che ti dà l’energia per proseguire. Può succedere in una giornata di sole, dopo un bel po’ di pioggia (invocata e attesa); può succedere a Sant’Angelo in Colle (Montalcino); può succedere se cerchi di recuperare – dopo ore di ospedale – una “visione” meno depressa del futuro, con un piatto preparato da Luca, enfant prodige del Leccio (uno dei due Ristò che allietano gli amanti dei paesaggi offerti dalla campagna dei dintorni, in arrivo quassù), che ti confeziona all’istante i suoi (Tortelli o Ravioli?) e coglie due o tre foglie di salvia freschissima (non solo ornamento, ma parte integrante del piatto) per profumare un piccolo piatto unico. Un’opportunità concreta (in tempi di parolai) per recuperare anche la vista vacillante, oltre all’energia vitale. E per corroborare il tutto, con moderazione, due dita di Rosso di Montalcino, tanto per rendere ulteriore giustizia ai luoghi. Che dire se non “grazie Luca!?”.

Poi si riparte.

Te Deum, con cautela

Tornare a vedere quasi normalmente mi ha regalato la visione di un iris (piantato anni fa da Margherita) che si manifesta ogni anno per rappresentarmi la bellezza. Le piccole (e per ora indenni) gioie che la campagna riserva a chi le sa distinguere dalla spessa melma in cui siamo calati quotidianamente sono fatte anche da queste cose semplici, riservate a chi le capisce. Una specie di compensazione – un contrappasso al contrario! – dell’incubo in cui siamo scivolati, proprio mentre ci accorgevamo che l’eccesso di valore attribuito ai soldi poteva avvelenarci l’esistenza e offuscava ogni altra cosa. Ora il denaro è diventato l’assoluto e tende a sopraffare il senso stesso della vita, come infelicemente testimoniano coloro che se ne privano…

Per questo, la gioia di vedere – ogni giorno un po’ meglio -, di tornare a distinguere lineamenti, parole scritte e questo fiore speciale (se non ancora gli amati paesaggi) è velata dal clima di depressione generale.

L’Orto della Canonica

Uno dei tesori custoditi dal piccolo paese è racchiuso tra le vecchie mura irregolari della chiesa parrocchiale. Ancora Monti non ha pensato di creare una tassa ad hoc, eppure questo è un lusso! Ed è un lusso senza consumismo, è un’oasi di pace, una pausa nelle preoccupazioni che incalzano: è davvero terapeutico. L’orto ha una regina: l’unica al mondo che non regna, ma governa – con lavoro e fatica quotidiani – e mantiene vivo questo piccolo regno che restituisce energia al paese, come un cuore che pulsa.
Ogni paese dovrebbe avere un cuore segreto come questo; alcune grandi metropoli hanno riscoperto gli orti, non per consumismo ma per amore della terra e dell’energia che diventa nutrimento anche virtuale.

Dove comincia l’Italia

Se sei in coda in un negozio, se in quel negozio entra il membro di un’arma (che non cito per evitare grane) dopo aver parcheggiato davanti l’auto di servizio, se il suddetto si pone in bella evidenza “davanti” agli avventori che erano in coda prima di lui, se il gestore del negozio chiede ‘scherzosamente’ a tutti (dando per scontato l’assenso dei presenti): “fa niente se servo questo signore prima?!”; se ciò accade e a nessuno sembra strano, allora non dobbiamo stupirci che nella nostra Italia regnino indisturbati i Lusi, i Penati, i Bossi con il suo Trota &C, i Malinconico, e tutti gli altri ladroni che si nutrono come sanguisughe dei nostri soldi. Questa Italia incomincia da un’auto di servizio usata (anche per pochi minuti) per una commissione privata, da qualcuno che (pur non avendolo chiesto) lascia che si usi la divisa che indossa per passare davanti a dei cittadini che erano lì prima di lui.
Questa assenza di sentimento è l’inizio dei soprusi in cui stiamo naufragando.Con molti auguri di Buona Pasqua.