Un Corleone pensiero

Non si legge Cuor di Leone e non ha niente a che fare con Riccardo. Nemmeno ha a che fare con le delicate Bocche di leone che fanno parte del “Terzo Paesaggio” di cui scrive Gilles Clément e che crescono vicino ai vecchi muri. È invece proprio il pensiero che si sviluppa (anzi si sviluppa poco) e si manifesta come ‘i pensieri di cosa nostra’. In questa Italia malandata, in cui persino i vecchietti stanno per scendere in piazza, in questo paese bisognoso di fatturare per campare – e possibilmente fatturare cose buone, così il cliente ritorna – c’è ancora della gente che non sa guardare oltre la punta del proprio pisello e spende energie in guerricciole anacronistiche che combatte solo nella propria testa, in preda a forsennato odio, nei confronti di “quello che la pensa diverso da me”. Guerre combattute nei confronti di giornalisti, rei di scrivere notizie e commentarle, o di avversari di corrente – nello stesso partito, perché i dissidenti (e i pensanti) danno sempre fastidio –; guerre nei confronti di chi ha avuto “quell’idea” – non importa quale, ma un’idea degna –, perché le idee ce le devono avere solo quelli che aderiscono al pensiero unico …
Di che cosa mi lamento mai!? Non mi lamento, solo guardo, sottolineo e segnalo. Che con questo tipo di pensieri si resta al palo e non si va da nessuna parte, mentre il mondo gira e compra fette di futuro, sotto i nostri nasi, occupati a tirare su, con aria sdegnata, perché al mondo c’è qualcuno che la pensa in modo diverso dal nostro e magari pensa bene. Proviamo a non essere d’accordo, e – allo stesso tempo – metterci a remare, per il ‘nostro’ futuro, senza perdere altro tempo.