Sono dunque trascorsi duecentoeventicinque anni da quel 14 fatale luglio e mi chiedo che tempo faceva a Parigi quel giorno: … il cielo (le plus beau ciel du monde) era grigio, e immobile, come quando sta per cadere una pioggerellina fina quasi impalpabile, o come quando sta per diventare una cappa afosa e un po’ pesante? O era smagliante e azzurro e spazzato dal vento, con il sole che riscaldava gli animi dei cittadini che assaltavano la Bastiglia?
E che tempo faceva a Milano, quel giorno? E a Montalcino, arroccata sulla sua collina, circondata da fonti, intenta a pensare al suo futuro? E che tempo faceva in Italia, quel quattordici di luglio del 1789?
Stamattina alla radio ho ascoltato – per la prima volta, in modo esplicito – pensieri di insofferenza e di ribellione, parole dure e aspre di gente che si sente “presa in giro”; da qualche tempo gli aspetti critici (che si stanno moltiplicando e sommando) del paese in cui sono nata (allo scoppio di una guerra) non sono più materia di discussione pacata o vivace, ma stanno trasformandosi in qualcosa di nuovo e inquietante. La cronaca degli sbarchi di poveri e di vittime delle guerre(mescolati e indistinti tra di loro) sta inquietando la gente. La Caritas ha appena pubblicato i numeri (impressionanti) degli italiani poveri (ma tutti siamo notevolmente impoveriti, salvo i ricchissimi che sappiamo essere divenuti più ricchi); sono numeri che non lasciano scampo a chi governa. L’altra notizia però – i sei miliardi che la politica costa al paese (3 per il governo centrale + 3 relativi a regioni e comuni) irrefrenabile peso in crescita (i dati sull’inserto del Corsera odierno)- è anche peggiore, perché è paradossale in questo momento storico; nell’articolo si accenna appena che a questi numeri bisogna aggiungere quelli (impressionanti, più di quelli dati dalla Caritas, sulla povertà) relativi alle “partecipate”, si dice siano quasi cinquantamila, generate – ancora una volta – dalla politica, con i costi di stipendi a presidenti e consigli d’amministrazione (in media circa otto consiglieri ciascuna), in cui vengono allocati i politici (dei vari partiti) fuorusciti da comuni e regioni. Qualcosa che i paesi più ricchi non pensano neppure lontanamente di permettersi.
Il tempo è brutto, l’uva è bella, ma avrebbe bisogno di una bella estate, calda, secca e soleggiata; c’è molta erba verdissima che appaga la vista ma incomincia ad apparire un po’ strana, in tempi di solleone. Anche i cittadini avrebbero bisogno di una stagione migliore, più fattiva; questi 225 anni sembrano ieri …