Il mio fiore preferito è il gladiolo selvatico; esso non compare nel giardino della canonica di Sant’Angelo, di cui ho già avuto occasione di scrivere in queste pagine virtuali. Ma stamattina, quando Alba mi ha invitata nel suo regno ho avuto un bell’assaggio della primavera.
Questo è il cuore segreto del paese, dove il regno vegetale si sostituisce alle pietre, ai mattoni (pochi), alle tegole (qualcuna – ahimè – marsigliese), alle dalle della pavimentazione e a quel poco d’asfalto che la modernità ha insinuato nella storia locale (difesa dai paesani che hanno fatto numerare le pietre della pavimentazione quando, una quindicina di anni fa o poco più, si è dovuta impiantare una nuova rete di servizi. Il cuore del paese coincide con la canonica, a ridosso della vecchia chiesa. E’ uno spazio conchiuso tra mura che lo proteggono dal vento, da ore di sole eccessivo e dagli sguardi dei visitatori, che ne ignorano l’esistenza. A meno che una porta sia socchiusa e il passante abbia la testa girata verso questa possibile rivelazione. Così, a parte gli abitanti e i pochi visitatori che hanno avuto occasione di buttare un occhio in quest’oasi, questo resta un luogo ‘segreto’, con tutto il fascino che gli viene dall’essere riservato a pochi.Luogo di meditazione, anche per le gallinelle che richiamano con delicatezza il visitatore, forse per suggerire un piccolo omaggio di cibo, ma ad ascoltarle pare quasi che sia solo un saluto e un invito a condividere il senso di pace e di straniamento che ti avviluppa con dolcezza.
Il regno di Alba
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