Margarita e Margaritas

DSCN8271Il battello scivola tra onde nere e grasse, il fiume compie una mezzaluna; Algiers è lontano sulla riva di fronte, lo vedo dietro al triangolo giallo del mio frozen Margarita. Il battere sordo delle grandi pale che sporgono dalle fiancate mi ricorda che quello era un deposito di schiavi. Quando il nero del fiume diventa una striscia di colore contro il verde afoso de La Chalmette (so che la battaglia ha lasciato una scia di morti), il ghiaccio è mezzo sciolto e il Margarita si trasforma in un ricordo: il Giamaica e le canzoni degli anni giovani a Brera. I colori sono straordinari ma i numeri dicono che il fiume è profondo cinquantasei metri e il rombo è spaventoso. E’ un fiume d’inchiostro: colore, sostanza, storie, blues. Una voragine, un inghiottitoio di racconti, la cerniera tra tre poetiche, tre continenti. Un viaggio nei libri che raccontano storie meticce. Penso a un libro speciale – un libro che racconta di esilio – che racconta come sopravvivere alla nostalgia di sé per amore di qualcuno, raccontando. Poi ci sarà la cena, in un giardino nel quartiere francese; come sempre l’ospite è un personaggio che ha scritto la sua storia affascinante, ha labbra scarlatte e il rossetto porta il suo nome. Abbiamo bevuto Montrachet e ammirato gli intagli e le esili colonne, ma non abbiamo pubblicato quel libro.

Stai bene attenta, mi diceva il giovane giornalista con lunghi boccoli e l’aria di provincia saputa, a chi racconti la tua storia e non dire niente a chi può solo fraintendere …

margaritas ante porcos (lat. «perle dinanzi ai porci»). – Frase tratta da una esortazione di Gesù, nel Vangelo di Matteo (7, 6: nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos «non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci»). L’espressione si ripete talvolta come invito a non fare per gli altri cosa che essi non siano in grado di apprezzare nel giusto valore.