BUON ANNO?!

No – dico! – vogliamo augurare buon anno proprio a tutti? Tutti, tutti? Anche a quelli che ci hanno messo in crisi? Anche a quelli che vogliono farci vedere lanterne dove ci sono (pochissime, ormai) lucciole? Anche agli arroganti? Agli ignoranti con la pretesa di prevaricare? Anche ai molestatori dei più deboli? Anche ai capetti? Anche ai pistola? Anche alle caste? Anche agli intimidatori? Anche a quelli che toccano il culo alle donne quando pensano che nessuno li veda e ti minacciano quando sono certi che nessuno li sente?
Be’, cari amici, io a questi qui – e a tanti che hanno reso la nostra vita difficile (e a volte pericolosa), con comportamenti ambigui, insidiosi, al limite del lecito –, questa volta, non auguro buon anno.
Buon Anno, invece a chi sa ridere di sé stesso, a chi lavora duro per sbarcare il lunario, ai ricchi illuminati (pochi, ma ci sono!), ai troppi poveri (tanti e rapinati), a chi non serba rancore; buon anno a chi si ricorda degli altri, ai beneducati (pochini), a tutti quelli che sanno voler bene, a chi sa fare un passo indietro, a chi si scusa, a chi ha il coraggio delle proprie idee; buon anno ai generosi, agli imprudenti, ai visionari, a chi sa di non sapere abbastanza (e cerca), a chi si spende per gli altri (ce ne sono alcuni!), a chi sa apprezzare la franchezza, a quelli che la raccontano giusta, a chi si ricorda, a chi sa dimenticare … e a tutti i non allineati (con l’augurio che il non esserlo serva a qualcosa).