Ladro di Pace, e di contanti

Quando si sta in un piccolo paese e ci si accorge che succedono fatti inquietanti, ci si mette a scrivere, anche  sollecitati da timori e brutti presentimenti; si scrive magari  per scaramanzia, ma si è anche indotti a farlo dalla lettura quotidiana di notizie che parlano di persone un po’ fuori di testa (non si sa se davvero o per finta), gente che poi si scopre aveva armi in casa e qualche volta ha combinato brutti guai.
Si tratta di personaggi che appellandosi alla voglia di proteggere (ma da che cosa o da chi non si sa) si comportano in modo inizialmente un po’ stravagante, e poi però si fanno largo con pretese inaudite, chiedono – e qualche volta ottengono – soldi in prestito che non restituiscono, ordinano lavori (imponendone i tempi d’esecuzione) che non pagheranno mai, vessano i deboli e si arrogano diritti d’ogni genere – intimidendo persone anziane, approfittando senza riguardi dell’interlocutore inerme.
Le azioni più “innocue” (qui le virgolette sono indispensabili) di cui si rendono protagonisti ai danni dei vecchi abitanti – tutti d’un pezzo e per questo colti di sorpresa – sono circoscritte alla richiesta di farsi pagare qualche bolletta del cui importo si trovano casualmente sprovvisti: ma sono soldi che non verranno mai restituiti ai vecchi pensionati, come pure i prestiti carpiti grazie a una “reputazione” (anche qui le virgolette sono necessarie) abusata.
Poi però inizia una serie di subdoli eventi per dividere gli abitanti; vengono sparse dicerie, si diffonde l’idea che ogni comportamento un po’ diverso, o troppo indipendente, vada punito.
Perciò se sei un lavoratore extra-comunitario, una donna non allineata alla mentalità comune, un vecchio troppo riservato, uno straniero in cerca di una sistemazione, o semplicemente qualcuno che si ribella a queste nuove regole, a quella specie di protezione che si vuole imporre, sarai vittima di dispetti, di incidenti, fino a giungere anche a gesti spaventosi  – magari compiuti con il favore della notte -, come la ripetuta rigatura notturna dell’auto, la foratura notturna dello pneumatico che suscita stupore nel gommista, il furto notturno di tergicristallo, fino al ripetuto sabotaggio notturno brutale e pericoloso del tuo mezzo parcheggiato nel modo che non piace.
Ma con la stessa puntualità usata per vendicarsi dell’indipendenza altrui, verrà anche scassinata la cassetta delle offerte nella chiesa, verranno rubati soldi dalla casa di un’anziana signora, sarà rubata la borsa con contanti appena prelevati da un’auto lasciata per tre minuti fiduciosamente aperta (perché in certi angoli del paese non c’è mai nessuno), si ruberà dal portafogli di un’altra signora fiduciosa e  distratta solo per pochi minuti; poi dalla casa di persone troppo candide, che preferiscono tacere, inghiottire e vergognarsi in conto terzi, sparirà più volte dell’altro contante; e viene perfino derubato un turista che, acquistate alcune cassette di vino le ha imprudentemente caricate in auto di giorno in piazza, e al mattino dopo ha trovato l’auto saccheggiata. Uno stillicidio di furti a pensionati.

Un paese, un piccolo paese, di solito è un posto dove accade poco: qualche pettegolezzo e qualche chiacchiera un po’ alle spalle di tutti; in questo nuovo tempo di pandemia si sente anche più comprensione e un po’ di solidarietà tra nativi, villeggianti e residenti temporanei, un sentimento in cui si ritrovano più o meno tutti. E’ qualcosa che ha permesso anche a chi il paese l’ha conosciuto tardi nella vita, di lavorare, di vivere e invecchiare, stando in una piccola isola di pace, sentendosi al sicuro, senza la necessità di speciali protezioni, né di ronde notturne.
Succede così di dover scrivere, per dare voce alle timidezze paesane, agli eccessi di prudenza timorosa; per riavere la pace e tenere al riparo i pochi contanti.