Percorso Aromatico

Non me ne vorrete se mi rifaccio al grande  Gilles Clément, parlando del mio transito mattutino nel paesaggio della campagna intorno a Sant’Angelo (Montalcino). Anche se vado di fretta – come ti prescrive il medico (!) – non posso fare a meno di pensare alla sublime bellezza dei luoghi; e non posso che rammaricarmi pensando che il paesaggio è tutto ciò che ci resta, del nostro paese. Sì, le opere d’arte, i monumenti, le città, i palazzi; sì, lo so, ma di questo passo ce li sfileranno senza troppo chiasso, insieme alle opere d’ingegno divenute imprese e ai toponimi che mezzo mondo ci ruba per dare un tocco “italiano” ai prodotti taroccati (italian sounding)…. Insomma molta amarezza accompagna il bel risveglio nella campagna; amarezza appena attenuata dalle erbe che passando tocco e mi parlano con i loro intensi odori. All’andata, mi procuro una fogliolina d’alloro, dalla siepe intorno alla casa di Paola (che ora mi sgriderà) accanto a cui passo salendo verso la via leopoldina. Mi sbriciolo la foglia tra le dita e mi lascia una lieve oleosità sui polpastrelli e un intenso profumo che sa di gloria (e d’arrosto). Poi proseguo e incontro le vestigia di quelli che sono stati ciuffi di finocchiello: ora son smunti, ma l’aroma è intenso e mi faccio scivolare tra i denti qualche grano che mi inonda di ricordi d’infanzia (castagne bollite col finocchiello). Sulla via del ritorno struscio una mano su un rosmarino che saluto e mi riempie di energia. Chiudo il percorso con una fogliolina di nepitella che addirittura mi assorda. Chi potrebbe immaginare tanta energia in una così piccola erba. Gilles Clémant permettendo, questo è il mio “quarto paesaggio”, quello che parla al cuore e alla mente di quelli che hanno voglia di sentire.