Un luogo straordinario, Montalcino, dove tra un grappolo e l’altro di ardenti vendemmie trovano posto anche i sogni, soprattutto i sogni d’amore. Si fanno posto, come le radici di un vigneto che cresce – in silenzio, ma con immensa energia – scansando il mondo del “c’era questo e c’era quello” dei signori Nessuno che rincorrono Qualcuno.
Il rischio di essere luogo dell’apparenza Montalcino l’ha corso quando si è un po’ dimenticata di sé stessa, correndo dietro ai lustrini farlocchi. Ma questa sera – d’autunno imminente a dispetto del caldo, in cima al paese, a Sant’Agostino – i sogni ritrovano posto e spintonano via con dolcezza la voglia di apparenza talvolta prevalente che ha un po’ tradito lo spirito di questa terra, e fanno posto all’amore.
E’ da qualche tempo che qui spuntano segni che raccontano una nuova sensibilità, l’idea di un futuro più consono ai luoghi. Torna a esserci dell’altro e assomiglia a ciò che ha incantato antan pochi ‘diversi’ e che è stato ampiamente frainteso da altri.
In questa sera di luna il segnale ci arriva dal Circo di Carta di Carlotta Parisi, dai tremori nella voce dell’autrice che ce lo racconta (con emozione autentica), dall’aria di festa che dall’aia e dall’atelier ha traslocato nel chiostro un po’ severo. Andate al circo dei sogni. Ascoltate il racconto di Carlotta (www.carlottaparisi.it).