Nel clima infelice di slittamento generale, ogni tanto mi capita di tornare nei luoghi che hanno lasciato traccia nei miei ricordi, dove ho guardato e sentito; dove ho provato emozioni e ho capito che vivevo in un paese straordinario. Confusa dall’emozione, mi accorgo di aver usato l’imperfetto del modo indicativo; forse perché non si può non provare acuto dolore e piangere vedendo e toccando quanto l’ignoranza, l’indifferenza al bello, la rapacità, l’incapacità di capire, l’assenza idee, facciano crollare anche le testimonianze lasciate da quelli venuti prima di noi; uomini che camminavano per conoscere. Ora l’istinto di sopravvivenza suggerirebbe di restaurare ciò che resta di loro, per mantenere aperta la strada della conoscenza, per salvare la nostra memoria. Ma dalla cabina di regia dicono che abbiamo altri impegni.
Forse è un po’ triste a dirsi, ma dopo aver visto come sono state ridotte alcune strutture antiche che sono state “valorizzate” da una ristrutturazione invece che da un restauro, quella chiesetta diroccata mi pare bellissima anche così come è.
Dove si trova?
E’ vero, a volte i cosiddetti restauri hanno annientato la poetica di un luogo; però tra un pesante ‘restauro’ e l’incuria totale ce ne corre.
La chiesina è un sito della decantatissima Via Francigena; si trova in Val d’Orcia, nel bel mezzo del paesaggio stralunato nei pressi di Gallina. E’ ben visibile perché accanto scorre la via Cassia.
In teoria per controllare i restauri avremmo la Sovrintendenza, che è dotata di personale altamente professionale. Però non so com’é ma se il mio amico parroco di Trequanda realizza cinque camere per i vecchi abbandonati nella canonica scoppia l’inferno, anche se non era stato alterato l’esterno, mentre di fronte a tanti obbrobri non succede nulla. Mah, questo Bel Paese è proprio strano.
Ma sulle vecchie pievi non sono d’accordo, mi fa un’enorme tristezza vederle franare e purtroppo questo destino riguarda la larga maggioranza di loro. Non sono i maestosi monasteri inglesi che sfidano i secoli con il loro fascino romantico e i loro poderosi muraglioni di pietra, le pievine sono state tirate sù con quel che c’era e dopo il crollo del tetto rimarranno li per pochi anni. Sono residui di una fede popolare, una modesta testimonianza del nostro passato che già i nostri nipoti rischiano di non vedere più. Dovremmo trovare quelle due lire che bastano a salvarle, ci vuole davvero poco.
Sai già che sono d’accordo. E’ un paese proprio strano, che rasenta l’autolesionismo, anzi ci siamo proprio dentro.
Questa chiesina, me la ricordo dagli anni settanta: trascurata, abbandonata, ma in piedi e con il tetto quasi a posto. Poi a poco a poco (c’entra anche il contributo di vandali che hanno rubato i coppi per usarli “pro domo loro”, alla lettera) il tetto è sparito, un muro ha cominciato a sgretolarsi e tra cinque(?) anni rimarranno due pietre in croce; sulle quali andremo tutti a stracciarci le vesti.
La prossima sarà la chiesa di Vertine.
Privatizzata dal vescovo di Fiesole e venduta a privati ma sempre con la funzione religiosa a discrezione del parroco.
Sul lato sinistro dei travicelli stanno cedendo e invece di mandare un muratore si risolve il problema chiudendo al pubblico la chiesa.
Siamo un popolo strano… che fa fatica a capire la bellezza.
Ma almeno i privati le faranno la manutenzione, mi auguro!
No, è più semplice chiudere con il chiavistello la chiesa al pubblico che aprirla al prossimo con la scusa che ci sono mattoni pericolanti.
Poi che se ne faranno di una chiesa ancora ho da capirlo!!!
Cosa vuoi che se ne facciano, ci faranno dire la messa. Personalmente trovo che ogni giorno trovo parecchie cose per cui dire grazie al Vero Padrone di quelle pievine, e magari anche loro.
Seguendo questo tuo sentimento – beato te! – sarebbe opportuno che questi luoghi in cui, chi crede può rinforzare il suo animo, e chi non crede può meditare e comunque ristorarsi pensando e riflettendo, fossero “tenuti bene”, anche solo per amore della bellezza. (Se non ci salva il senso della bellezza, non ci salverà di certo quell’arcigna signora tedesca.).