Non credo sia casuale che in una manciata di giorni il Papa ci abbia lasciati a bocca aperta con il suo “passo indietro”, l’asteroide comesichiama stia manifestandosi in tutta fantascienza – tra Cuba (una bufala?) e la Siberia (ma sto a spalle strette perché mi dicono che sia in arrivo) – e queste stravaganti elezioni siano precedute (e magari saranno anche accompagnate?) da ondate di arresti cosiddetti eccellenti (ma a me sembrano quasi tutti dei barboncelli rifatti).
Una nemesi? Vedremo, comunque solo e unicamente se il malloppo sarà recuperato; solo allora potremo (dovremo!) spellarci le mani applaudendo la Giustizia in qualsiasi accezione sarà fatta. Perché chissenefrega se quattro tipi che hanno imparato ad annodarsi la cravatta di Marinella – col nodo giusto – finiscono in galera: non serve a niente. Chissenefrega se altri che si son messi a cantare all’ora giusta e vanno in giro ossequiati e riveriti.
Ciò che conta veramente è che i cittadini lavoratori, i giovani, i vecchi, le famiglie, le imprese, il lavoro tutto, rifiutino di pagare per quelli in galera, e anche per chi l’ha schivata. Ciò che conta davvero è fare in modo che tutti restituiscano il malloppo accumulato – pur se tramutato in beni -. Perché ciò avvenga, bisogna calmamente evitare di appassionarsi alla vendetta e guardare ai risultati concreti perseguendoli fermamente; spingendo e premendo e facendo opinione solo in quella direzione.
La stessa determinazione, l’identico cinismo che loro hanno messo in campo nel derubare la collettività, vanno investiti per far tornare i soldi indietro. Perché se ciò non accade tutto sarà stato inutile: persino la rinuncia del Papa (e forse anche l’asteroide e le sue performance). Sarebbe solo un altro spettacolo ad uso dei cittadini, un’altra presa in giro.
Nel frattempo un’amica mi ha invitata @ChezClaudia (www.chezclaudia.it), a Firenze, dove abbiamo trovato un’accoglienza fuori ordinanza; un pranzo di pesce gustoso e leggero: il meglio che potessi desiderare per digerire certe cronache italiane.
Oggi, all’arrivo di Giuseppe Mussari presso il Palazzo di Giustizia per testimoniare sulle note vicende, il suddetto è stato oggetto di offese e lancio di monetine.
Ho lasciato, a tal riguardo, un commento sull’articolo del Cittadino on line che mi pare calzi a pennello sotto le tue parole cara Silvana.
“La rabbia spesso e volentieri è un sentimento legittimo dopo aver sofferto di una forte ingiustizia o di una grande prepotenza. Ma la rabbia annebbia la vista e acceca la ragione e i sentimenti quando più che mai si ha il dovere di capire e soprattutto di essere lucidi. Le urla e il lancio delle monetine verso una persona demoralizzata e tirata, decontestualizzano ciò che in questo momento dovrebbe essere l’aspirazione di quanti si sono sentiti traditi o sono stati traditi dalla gestione della banca e dalle ripercussioni che questa inchiesta avrà per la città e per il suo futuro. Ma non si possono costruire edifici poggiando i muri maestri sulle paludi, ciò preme ed è auspicabile in questo momento è stabilire la verità, sapere cosa è successo e comprendere le responsabilità fino in fondo di questa situazione. Oltre, in casi di appropriazione indebita, il ritorno nelle casse bancarie del maltolto con la somma degli interessi di mercato.”
Ma sì, ho trovato umiliante lo spettacolino dei “coraggiosi” lanciatori di epiteti e monetine. Magari l’uomo merita anche di peggio; ma perché approfittare di questo momento delicato (mica solo per lui, eh?!) per fargli vedere i “muscoli”?
Sono convinta che gli stessi che lanciano monetine non avrebbero mosso foglia, se ci fosse il più lontano sospetto di una “risalita”.
Insomma, la viltà non mi piace; e anche se non mi piace per niente quello che abbastanza probabilmente ha fatto Mussari, credo che tirargli le monetine e umiliarlo sia da selvaggi.
Quello che mi sembra urgente chiedere, invece, è di riportare in banca tutto quello che ne è dolosamente uscito. Punto. Solo questo bisogna pretendere; umiliare, berciare, insultare non serve a niente, solo a distrarsi dall’obiettivo.