Se una semplice golia ti fa sfrizzolare il velopendulo, quanto ti può far sfrizzolare il cervello incrociare pensieri con altri che li fanno rimbalzare sui propri – li moltiplicano, li stiracchiano, li mescolano – e poi te li rimandano indietro manco fossero palline da pingpong?
Dove attraccare con la mente, far scendere lo scalandrone dei pensieri passeggeri e lasciarli passeggiare sul molo delle idee?
Come vestirsi per pensare meglio?
Quale cibo migliorerà i nostri pensieri?
Che cosa penso stasera?
Nessuna domanda del genere ha fatto capolino durante la cena – quasi una rimpatriata, ma non una cena amarcord.
Sappiamo, quanti siamo intorno al tavolo, che non servono molte spiegazioni, serve dispiegare le idee e lasciarle attraversare il tavolo, a lasciare tracce nella mente dell’altro (e nella propria). Come è sempre successo, il tempo – e a volte il caso – le farà maturare.
Avranno forma e colori, creeranno movimento. Cresceranno e andranno per il mondo.
Niente è più appassionante dell’incontrarsi per scambiarsi pensieri e idee. Il futuro incomincia così.