Con un gusto per la materia che lo avvicina molto a un artista artigiano, il Tita sta accudendo il giardino che ha creato nella piazza tra comune e consorzio. Un’edizione invernale del suo poetico lavoro, che utilizza a piene mani i materiali che passa il convento. Oggi più che osservare un giardiniere all’opera, posso assistere a una performance, tra un’istallazione materica e qualche nanetto che non riesce a essere kitsch. Tita raduna i materiali, li sistema, ci lavora, brucia, ammonticchia in bell’ordine, impila, sistema, rigenera. E’ un balletto pieno di segnali per chi è predisposto a coglierli, e mi fa sentire sospesa a metà volo, tra Londra (che Tita evoca irresistibilmente) e il Giappone (per via del gusto per la semplicità e gli accostamenti cromatici). E poi il fuoco, anch’esso modellato ad arte, come tutto quello che fa Tita, nel suo Giardino dei Pensieri
Le immagini sono bellissime!
Si potrebbe piazzare una camera a passo uno e si vedrebbe il signor Tita in una specie di moto perpetuo armonioso, come un thai chi del giardiniere, una danza di lavoro; tutto evolve di continuo; insomma un artista.