La Fabbrica del Ghiaccio

Ogni epoca ha i propri miti. Sfogliando un libro scritto da Stella Pende – Confessione Reporter – ho trovato una foto che le ho scattato a Calle Fuego, nella casa di Garcia Marquez, nell’anno in cui usciva in Italia  ‘Dodici Racconti Raminghi’; le storie visionarie che Stella e l’Irene Bignardi hanno poi fulgidamente recensito, ognuna a modo suo. I ricordi, molto intensi, dei giorni trascorsi con “el Gabo”, i suoi commenti su Berlusconi, le sue manie affettuose, il racconto delle sue storiche amicizie italiane e le raccomandazioni affettuose di cui mi gratificava – persino su come comportarsi in caso di terremoto – mi si affollano tutti insieme nella mente e si raggrumano come un gomitolo fatto con un filo di un tempo finito. Se ripenso a Macondo (e al Macondo) in questa contemporaneità fatta di discorsi sui soldi e sugli andamenti della Borsa (valori), di crisi finanziaria, di crisi della politica (che non tiene in alcun conto i valori, al di fuori di quelli della Borsa), mi pare di stare in un mondo capovolto, agli antipodi di quello rigoglioso e magico raccontato da Marquez nei libri che hanno riempito l’immaginario di almeno due generazioni. Oggi, la fabbrica del ghiaccio non è più l’incipit di un mito, ma sta nel cuore della gente che vive una nuova solitudine ormai senza ideali, e Macondo me lo immagino in mezzo a un deserto.

2 pensieri su “La Fabbrica del Ghiaccio

  1. Macondo, ovvero l’immaginazione e la fantasia che non ci sono ai tempi attuali.
    Deficit ampissimo nei ragazzi attraversati o da una tristezza o da una strana inquietudine che non sanno capire, gestire, sputar fuori da se stessi e vivere nella spensierata gioia dei loro pochi anni.

    • E non c’è neppure l’irrequietezza produttiva (nel senso di idee e rotture di schemi) che ho intravisto qualche volta nella mia generazione (che ha però dovuto vedersela con i fantasmi della guerra) e nelle due successive.
      Ora son tempi smorti, finché (forse) la gente scenderà per le strade – questa volta non motivata dal desiderio di conoscenza e democrazia, bensì sospinta dalla fame – .

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