Toscana Style

Esco di buonora e vado nel simulacro di edicola che il luogo in cui abito mi offre. È giovedì e sulla sparuta rastrelliera trovo (anche) il Corriere (hanno da tempo smesso di chiedermi “quale?”). Di giovedì diventa obbligatorio, perché c’è la striscia di Disegni, per me impagabile.
Avviluppato strettamente con il Sette questa volta c’è un supplemento del supplemento e mi chiedo se – come al solito – sarà stato distribuito solo in Toscana o l’avranno mandato anche, allo sbaraglio, in giro per l’Italia, tra quelli che (magari) potrebbero scegliere di venire in Toscana e farci una vacanza. Perché il titolo del dorso è Toscana Style e sospetto che sia inserito solo nelle copie distribuite in Toscana; infatti la perseveranza con cui ho visto scegliere di fare la pubblicità dei propri luoghi e dei propri prodotti unicamente a sé stessi è una caratteristica regionale, però questa volta il “supplemento del supplemento” in oggetto è talmente demotivante che – abbinato al Sette del Corsera – anche solo in Toscana, potrebbe riuscire a far fare le vacanze altrove anche ai più sciovinisti.
Toscana Style fa il verso ai magazine patinati, ma in chiave autolesionista: dall’immagine di copertina color incendio, con un cielo di un colore che ai milanesi parrebbe consueto (rosa grigio spento) in un’afosa giornata di luglio, lo sfogli ed è un’antologia di errori marchiani. Cominciando dall’impaginazione – che pare si sforzi di far apparire anche le pagine redazionali come se fossero pubblicitarie – e continuando con le titolazioni “ottocento anni e non sentirli”, e con le immagini che ad esse sottostanno, come la bella fanciulla in armatura che vende il soggiorno in un “antico borgo completamente ristrutturato e trasformato in un complesso turistico, (cioè in tutt’altra cosa) ..”; è tutta un’accozzaglia di titoli burocratici o di slogan orecchiati nel modo più sconcertante; sembra la satira della pubblicità.
Non manca, nella carrellata di immagini che non danno tregua lungo le sessantasei pagine (in cui si umilia anche il nobilissimo carattere Bodoni) una delle festevoli donne della mitica campagna “voglio vivere così”. Insomma, una confusione senza senso, che smentisce la Toscana della sobrietà, della semplicità elegante, dei paesaggi da meditare, che è completamente ignorata (per fortuna). Quella si conosce col passaparola, o la si scopre andando a naso e fidando nell’istinto e quando la si incontra, ci si ritorna.