Ritorno a casa

Dopo mesi di fatica e di immobilità, decido di tentare. Il cane e (per maggior sicurezza) un bastone: caso mai il ginocchio facesse un capriccio. Riparto dall’idea di far contento il cane, travestendo il timore in dovere; nel cielo è tutto un rincorrersi di nuvole, giro accanto al podere (“dov’era l’ombra or sé la quercia spande”) … La caduta della quercia ha cambiato un po’ questo angolo di campagna e più ti allontani più è evidente. A Blackie basta la parola ‘giretto’ per avviarsi, però si volta perché sa che io sto provando, ma non sono davvero sicura di farcela; corre, si ferma, pisciacchiaDSCN8609, poi torna indietro e mi guarda. Quando capisce che ci sono e che non ho problemi, riparte. Azzardo il solito giro, più che altro perché non sono certa che lui capirebbe le ragioni di un’abbreviazione; tuttavia nell’ultimo tratto cammina al mio fianco – cosa non proprio consueta per lui -, poi quando siamo in vista del podere va su veloce e mi aspetta davanti all’uscio: è ormai buio e i suoi occhi brillano ammiccanti, come due led. Brinda con un biscotto, per accordi precedenti.