Per capire quanto è diffusa la connivenza con la criminalità, nel nostro paese, basta sedersi qui, nel punto da cui ho scattato questa foto; un tè con qualche frutto appena colto, un tocchetto di ricotta ancora tiepida con un pezzo di pane integrale (integrale perché integralmente proveniente dalle stesse mani: coltivato, macinato, impastato, sfornato); intorno e sopra alberi, cespugli di gerani e di lentisco, tortore e qualche passeraceo, due o tre lucertole in paziente agguato per ghermire una briciola di qualcosa (“a flask of dew, a bee or two” ha cantato Emily Dickinson…), in un paesaggio che pare incantato.
Sotto di me il mare – sì, proprio quello che si vede in questa foto – e nel mare, laggiù ecco la scogliera e a destra si intravede lo scoglio su cui si è schiantata la vita di trentadue persone e la faccia dell’Italia. Per capire quanto sia profonda la confusione e diffusa la stupidità, basta alzare lo sguardo e pensare a tutto quello che è successo da quella notte fino a oggi: tragico e grottesco.