Fa caldo, governo ladro

punti di vistacome un trofeo preistoricoCaro diario – mi verrebbe da scrivere – di mattina presto, andare a sbirciare le vigne (in questa stagione) è come incontrare tanti ‘cuccioli’. Sì, mi paiono più animali, tanta è la concentrazione che mi sembra di riconoscere nelle ‘buttate’ che cominciano ad ‘alzare la cresta’! Per una che ha amato molto (e che ama) l’aspetto minerale della città, questo è un cinema. Nel senso che mi immagino le voci, gli stiramenti, gli sbadigli, forse anche i coretti di questi esseri che si esprimono e si lasciano indagare. La vita della vite è intensamente vissuta….così mi pare, così mi viene da immaginarla. Non mi stupirei se si passassero la voce queste piante così espressive – paiono tutte uguali, allineate come plotoni – ognuna  ha le sue rughe le sue scabrosità misteriose, così silenziose d’inverno.

Ora sarebbe primavera, ma invece sembra di stare su un’altalena meteorologica, e se fino a ieri tra uno squarcio di sole e una spruzzata d’acqua mi sembrava di vivere un avviamento abbastanza graduale verso la stagione più calda, oggi sono quasi stramazzata nell’afa di mezzodì, l’aria appiccicosa e una velatura greve sulle colline. Dopo mesi di pioggia esasperante, è come se l’acqua tornasse tutta quanta, tutta insieme, in forma di vapore caldo.

Mi viene in mente la vecchia esclamazione “piove, governo ladro!”,  che ricordo da quando ho sentito parlare italiano per la prima volta; un modo di dire che ha perso completamente il suo significato blandamente polemico, un modo di dire uscito dall’uso comune. Altri pensieri, che non trovano le parole adatte, che somigliano all’afa odierna – soffocanti e grevi, ineludibili – appesantiscono questa stagione di difficili speranze.