Una notizia buona (e una così così)

La notizia buona è che “non è diserbo” quello che a me era parso tale … scusate, voi quattro gatti (o cinque) che mi leggete vi sarete magari persi (“ma questa di che sta parlando?”). Ma una notizia buona va data subito, prima che si raffreddi, anche se è giunta mezzanotte. Sì perché la notizia buona è arrivata per telefono poco fa e siamo talmente assaliti da quelle pessime, dalla depressione, dall’idea che tutto in questo momento vada per il peggio (in effetti, però, non pare ci sia tanto da stare allegri …), che quando ti assicurano che una cosa che ti sembrava orrenda non è così, non solo, ma fa anche inorridire molti altri, non puoi che esserne lieta e affrettarti a farlo sapere ai quattro gatti (o cinque) che leggono i tuoi post senili.

Dunque ripeto, tanto per essere chiara e farlo sapere a tutti: sull’amato pratino dello Scalo, popolato di pratoline, pratino molto grazioso di cui ho scritto alcuni giorni fa, in un giorno di pioggia, nessuno ha sversato del diserbo (né chi lo accudisce, né altri di nascosto) e le chiazze che ci hanno allarmato (non ero la sola) dipendono da un fisiologico ricambio dell’erba: la vecchia muore – mi hanno spiegato, mi illudo senza allusioni – e talvolta lascia dei resti giallastri. La seconda parte della notizia buona è che chi me l’ha comunicato mi ha fatto sapere di odiare il diserbo e disprezzare tale pratica … e mi ha convinta.

Poi – ehm ehm – ci sarebbe quella che ho annunciato come la notizia così così, perché non saprei come catalogarla altrimenti, cercando di non farmi altri nemici (che non sempre si limitano a portarti onore), ed è la seguente: nessuno, davvero nessuno, ha smentito la presenza dell’F35 – nel meraviglioso pratino delle pratoline in cui ho temuto che avessero sversato la robaccia -, che ho chiaramente citato nello stesso post.DSCN9181. Il che vuol dire delle due cose l’una: o l’F35 non è stato rimosso, o a nessuno interessa che stia lì!

E’ primavera: meglio il diserbo o gli F35?

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Ci si era già messo il tempo: appena scoccata la data, è caduta la neve, è scesa la temperatura, una grandinata ha imbiancato le strade. Ma temperatura e intemperie a parte, la gelata è arrivata con le risposte della signora Pinotti a un’altra signora di cui ho dimenticato il nome, sull’utilità degli F35 (a che servono gli F35?, era la domanda), risposte che hanno ulteriormente abbassato la mia fiducia nella compagine femminile di questo governo.

Ma sul genere femminile al governo avevo già – negli ultimi decenni – avuto le mie delusioni. In effetti prima dei discorsi di genere, bisognerebbe pensare al genere di persone … ma è meglio pensare alla primavera. Però anche quest’anno la primavera, oltre al freddo ha portato con sé un bel po’ di diserbante. Con una piccola novità, anzi con una novità per i piccoli!

La frazione è quella di Sant’Angelo Scalo, il luogo preciso è quel grazioso pratino costellato da alberi (molti tigli …) con una deliziosa panchetta accanto a una fontanella e un bel glicine che aggiunge al tutto un tocco liberty. Il pratino è una distesa di pratoline così fitte da distrarre chi passa accanto in auto, e ognuno pensa, guardando e ammirando: è primavera!

Oggi, stavo proprio pensando agli F35 e a quanto (e in che modo) graveranno sulle nostre prossime primavere quando l’occhio per consolarsi da quei brutti pensieri mi è caduto sul meraviglioso pratino di cui sopra, e … il pratino non c’è più!

Al suo posto, un po’ di chiazze giallastre nel rimanente verde; le pratoline fiorite ridotte a poche chiazze – qua e là -, lo scivolo dei bimbi deserto e lucido di pioggia … e proprio dietro un F35 in attesa del dottor Stranamore.

Independence Day

DSCN5935DSCN5936DSCN5931Nel clima infelice di slittamento generale, ogni tanto mi capita di tornare nei luoghi che hanno lasciato traccia nei miei ricordi, dove ho guardato e sentito; dove ho provato emozioni e ho capito che vivevo in un paese straordinario. Confusa dall’emozione, mi accorgo di aver usato l’imperfetto del modo indicativo; forse perché non si può non provare acuto dolore e piangere vedendo e toccando quanto l’ignoranza, l’indifferenza al bello, la rapacità, l’incapacità di capire, l’assenza idee, facciano crollare anche le testimonianze lasciate da quelli venuti prima di noi; uomini che camminavano per conoscere. Ora l’istinto di sopravvivenza suggerirebbe di restaurare ciò che resta di loro, per mantenere aperta la strada della conoscenza, per salvare la nostra memoria. Ma dalla cabina di regia dicono che abbiamo altri impegni.