C’era una volta Milano

Una telefonata fa ricca la giornata. Una telefonata con chi ha condiviso una bella fetta dei tuoi anni, un po’ d’avventure pubblicitarie (pubblicità di quella vera, pensata, mica quella delle newsletter casalinghe); mettiamoci pure uno sfrizzico di “Milano da bere”, anche se non usa più (ma piacerebbe molto a tanti), ecco una telefonata così, mi appaga. E sì che, pure vecchia e parecchio auto-da-me, non sono mica una che si accontenta…

Perché ogni tanto, in questa meravigliosa campagna, dove tutto è un cinema – in tutti i sensi – , dove ogni tanto smarrisco me stessa e perdo i miei punti di riferimento nella invadente gutturalità degli uomini e nello stravolgente paesaggio che non la smette mai di incalzarti visivamente, ho bisogno di mettere a fuoco pensieri e sentimenti.

Allora telefono, e dall’altra parte ho sempre la fortuna di ritrovarmi. Oggi con l’Alba, quella con cui ‘abbiamo fatto la pubblicità’, negli anni d’oro, quando tutti sapevano chi era Jerry della Femina e ancora ci si ricordava del “villaggio globale”. E mentre parli, misteriosamente ti si riannodano i fili con affetti e facce, con luoghi condivisi e libri letti. Tutto al costo di una sola telefonata: spuntano progetti, soluzioni ai problemi, prospezioni, …una telefonata come il condimento sulla giornata. Una sola telefonata all’Alba.