Solstizio d’estate

Mi coglie impreparata, come sempre succede. Al culmine di un tragitto in cui, poco a poco e un po’ alla volta, ho osservato le giornate che si allungavano – spiandone le variazione della luce, constatando che i giorni non si allungano in modo simmetrico, bensì di più al mattino e poi di più alla sera, come adesso.

Poi sembra che tutto vada a rovescio, come nella canzone di Dalla. Sì, insomma nuovi fenomeni sociali, nuovi criteri per dare torto o ragione; ma io – caro amico – non scrivo per raccontare fenomeni e criteri. Annoto solo le mie impressioni. Sentire l’energia che viene e va, l’umore che la segue e sentirmi colpita da una perdita del senso delle stagioni. Lì fuori è tutto giallo ocra, come a metà agosto. Però tutto tace; nessun politico ha parlato alla gente – senza fare tragedie, per carità! – consigliando di tenere d’occhio i consumi (acqua, energia elettrica). E forse non ci sarebbe nemmeno bisogno (non dovrebbe esserci) di aspettare i politici, occupati come sono a spartirsi l’animale tirando di qua e di là, perduti nel loro sogno innominabile e perfino banale. Potremmo fare da noi, molti di noi potrebbero cambiare registro.

Alcuni lo fanno e alcuni si spendono per fare un po’ di propaganda a un cambiamento di mentalità. Mentre la politica – che ha scoperto il turismo e perfino la cultura anche se non sa cos’è – ha messo in funzione uno spremilimoni per un limone inedito – il paesaggio (anche se non sa cos’è) – e vende spremute di paesaggio a gente di passaggio, per aiutare a fare cassa con occasioni becere e impunite, come abusivi che vendono schifezze e molestano i turisti, navi grandi come un sestiere che occupano Venezia, maialoni che si arrampicano fino al centro del centro più antico e minuscolo dei villaggi con auto grandi come bus, dimenticando il colesterolo mal parcheggiato insieme al golfino di cashmere in auto. Fa caldo, troppo caldo per il cashmere.

Ah Persephone, dove sei? Molla Plutone e vieni a dare una mano.