La Pattuglia del Giamaica

rscn0929Ritrovo Giancarlo Iliprandi in una foto del 1990, scattata al Jamaica durante i festeggiamenti per i novant’anni di mamma Lina (in basso a destra) – tartine alle acciughe limone e burro, per tutti gli anni del liceo -. Accanto a Iliprandi, abbronzato ultrasettantenne, ci sono la Cederna e Guido Ballo, il mio professore di storia dell’arte e fratello di Aldo Ballo, uno dei miei fotografi preferiti nonché cognato di Oliviero Toscani …

La foto l’ha scattata Uliano Lucas, che con Ugo Mulas, Mario Dondero, Alfa Castaldi – solo per ricordarne alcuni tra tutti – bazzicavano il Giamaica (Jamaica), tra un viaggio e un reportage, una festa e una presa di posizione, assieme ai giornalisti del Corriere, agli artisti che erano di casa – Manzoni, Fontana, Peverelli, Tancredi, Vedova, Crippa, Dova, Bobo Piccoli, … – e ai designer, i grafici – Noorda, Iliprandi, Albe Steiner, Tovaglia, Max Huber -; poi c’erano la Melato, gli antiquari, un sarto famoso, gli artigiani del quartiere, un paio di editori e gli attori che passavano per Milano.

Quando scivolavo fuori casa con il vestito di rasatello blu a bolli rosso vinaccia, uscendo da via Venini dove stavo con i miei, prendevo la “O” che si fermava davanti al Giamaica (Jamaica) e spesso ci trovavo la Triumph noisette decapottabile di Giancarlo Iliprandi. In quegli anni si beveva tequila (forse qualcuno era stato in Messico?) con limone e sale sul bordo del bicchiere, c’erano le tartine di mamma Lina e piccoli sandwich con maionese pomodoro e speck.

La foto la trovo in un libro che nel 2012 celebrava il Giamaica, con una raffica di foto in bianco e nero che raccontano la rinascita di Milano, dal dopoguerra agli anni novanta, prima dei primi barcollii di tangentopoli. Ora il Giamaica (Jamaica) è diventato un luogo dove vanno i turisti; mamma Lina ha festeggiato un secolo di vita e se ne è andata. Il Giamaica però è lì. Quando ci passo davanti, raramente, posso ancora sentire l’odore di quegli anni.

Giancarlo Iliprandi l’ho ritrovato giorni fa, riordinando dei libri, in uno dei suoi volumi di lettering e oggi nei necrologi del Corriere della Sera. Necrologi sereni, perché era vecchio (e certamente ancora elegantissimo). Domani a Firenze c’è il vernissage di una mostra di Albe Steiner: uno dei primi a lasciare via Brera, ancora piuttosto giovane.

Mi sono chiesta perché mai presentare Albe Steiner a Firenze, e soprattutto ‘questa’ Firenze così imburrata di turismo; volevo andarci, ma se ci vado mi tocca ascoltare qualcuno che non c’era raccontare di chi c’era e di Milano com’era. A Firenze.