Camminare

DSCN9329DSCN9326DSCN9337DSCN9345DSCN9351DSCN9368DSCN9377DSCN9372Andare, un passo dietro l’altro formando un vasto cerchio molto irregolare; mai tornare sui proprio passi, non solo metaforicamente.
Guardare fuori per vedere dentro: verso l’Infernino è tutta una salita, ma è anche un viaggio nelle meraviglie. Mario e Laura non ci vengono da un bel pezzo – sono sicura che è lui che non vuole – ma qui è pieno dei loro sguardi e degli occhi che hanno avuto per questa terra. Mario mi ha insegnato a vedere oltre, Laura mi ha fatto capire che non c’è niente di male a puntare verso il meglio. Ma difficilmente torneranno da queste parti: si tengono al riparo dalle melanconie che potrebbero intaccarli. Intorno all’Infernino siamo cresciuti tutti un bel po’; tornarci ora – a parte la strada che ogni anno rimugina se stessa – è (anche) prendere le misure del cambiamento, ma invecchiare non ci mette al sicuro dai tormenti. Avevamo tutti contato di lasciare un mondo più intelligente con un po’ di bellezza per tutti…  Alberto Moravia, già ottantenne, ai tempi di una crisi in cui incombeva la minaccia di una guerra atomica aveva scritto che un conto è morire pensando che il mondo e gli altri vanno avanti verso un mondo migliore, quanto è drammatico invece andarsene con la consapevolezza che niente sarà come avevi sperato! Ma che c’entra Moravia con questa bella camminata, tra un podere e l’altro, di traverso a un bosco e accanto a una fonte, in cerchio verso il villaggio?