Brunello ritrovato a Sant’Angelo in Colle

Se una sera alla vigilia di Benvenuto Brunello, Franco Ziliani ti telefona a casa dicendoti di raggiungerlo alla trattoria del Pozzo di Sant’Angelo in Colle, per assaggiare tre vini “stratosferici”, ci sarà ben una ragione – mi sono detta, dopo aver risposto alla sua telefonata. -.
Perciò mi sono avventurata sulle fredde pietre del microscopico paese e ho percorso i trenta metri che mi separano dalla piazza, nella sera serena che contraddiceva il catastrofico meteo pre-elettorale.

– Così si è chiuso un cerchio – ho pensato dieci minuti più tardi, mentre Carlo Lisini mi versava nel bicchiere un po’ del Brunello 1975, prima ancora che lo mettessi a fuoco sul tavolo dove, tra bicchieri e piatti, due bottiglie che ormai appartengono alla storia (le annate ’75 e ’80) e una terza che baldamente la prosegue (2006, con grande passo), erano state aperte per Ziliani e Roberto Giuliani.

Ma nessuno dei tre poteva sapere che 1975, per me, voleva soprattutto dire ritrovare un tempo e dei luoghi. Un tempo e un mondo rintracciabili più che altro nel ricordo – le facce sono cambiate, i poderi sono cambiati, le vigne sono più consapevoli di sé stesse -. Nel ’75, quando avevo incontrato Montalcino, mica sapevo che cosa fosse il Brunello, né lo sapeva – nei termini odierni – la maggior parte delle persone e delle famiglie, che pure avevano vigneti.

Le Lisini le ho ritrovate nelle classiche belle etichette bodoniane, insieme alla loro preoccupazione per il paesaggio, messo a rischio da intrusioni eccessive, alla loro passione per la musica e per i viaggi, alla consapevolezza che gli imminenti successi avrebbero avuto un costo.

Tutto il resto l’ho ritrovato nei vini, di una fedeltà incredibile alla loro vigna e alla storia di  famiglia. Tutto il resto è un racconto complesso – enciclopedico, lo definivo iersera, non molto appropriatamente -, un ponte fra me oggi e l’intreccio di facce e alberi, di case e amori, di cibo e libri, e tante storie, che mi legano a questo luogo, anche (mi succede) con un po’ di resistenza. A volte nel bicchiere c’è qualcosa che trascende il vinoMetti una sera al Pozzole luci e il ricordo38 anni fa dal notaio Carliun anno luminoso: ero già qui ad assaggiarloMi raccontava Elina Lisinisfumature non secondarieIo e il Brunello (ma quello vero!)Contemporaneità e si sente davvero.

4 pensieri su “Brunello ritrovato a Sant’Angelo in Colle

    • Non ho capito per quale ragioni mi candidi per siffatto ruolo…
      A me però non piacerebbe: mi garberebbe di più essere papa, anzi papessa (ovviamente). Purtroppo e comunque, non ho addentellati nelle stanze dove si gioca a questi giochi (vorrei aggiungere un “per ora”, al “si gioca”, ma sono scettica).
      Devi sapere che per quelli di destra (o presunta tale) io sono “una pericolosa comunista”; per quelli della presunta sinistra (ma dov’è?)invece, sono una di cui “non ci si può fidare”, forse perché non obbedisco a dogmi acriticamente, perché penso che alcuni dei big sono corrotti e intrallazzoni esattamente come quegli altri (lo penso con dolore, acuto, ma le evidenze ci sono, purtroppo!).
      Perciò temo, caro Pagliantini, di dover fare a meno della tua generosa (e irresponsabile) candidatura.
      Aggiungo che, nel luogo non natio, in cui vivo il mio esilio, sono generalmente considerata una rompicoglioni … altro che Quirinale, mi manderebbero volentieri in un “correzionale”…

      • Se non ti garberebbe farlo è un altro discorso, altrimenti la sequela di contumelie ricevute da ambo le parti per me fanno parecchio curriculm.
        Si ha sempre una gran paura delle menti vispe, non di coloro in qualche modo si possono sempre comprare.
        Pur essendo spesso dei gran mediocri.

        • In realtà sono contenta di essere considerata scomoda da certa gente un po’ così.
          Mi ricordo quando – come assessore alla cultura e al turismo nella provincia di Siena – parlavo (in tempi non sospetti) di via Francigena, di turismo a piedi, di salvaguardia del paesaggio, di prodotti autoctoni (ricordo persino di aver perorato panini con il pecorino, invece di quelli con la fontina che si ostinavano a servire nei bar e mi hanno fatta nera sui giornali locali!) e ricordo bene le risate di compatimento che si facevano alle mie spalle…o come cadevano nel vuoto le proposte legate a quelle idee…
          Vabbé mi consolerò accettando ‘sta candidatura al Quirinale, va!

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