Avete mai visto qualcuno più irsuto e pelosone?
Non mi aspettavo proprio, di gennaio, all’ingresso dell’inverno più schietto e impegnativo, un incontro con questa creatura cerulea e benefica; essa deve aver preso un abbaglio stagionale: probabilmente ha scambiato un raggio di sole (tra una pioggia e una nuvolaglia intensa) per un messaggio di primavera, complici le giornate che si allungano (“dall’Epifania a Carneval al pass d’un caval”, recita l’antico proverbio). Questa pianta officinale (Borrago Officinalis) di cui ignoro totalmente le (eventuali, ma probabili) proprietà terapeutiche, è – invece – un ingrediente di almeno tre deliziosi piatti della nostra, mai sufficientemente lodata, imitatissima e spesso storpiata cucina.
Le foglie di borragine fritte, me le ha fatte scoprire un carissimo amico, recentemente scomparso, che di mestiere faceva il sindaco revisore dei conti di aziende (tra cui il più indagato e chiacchierato colosso nazionale), che vantava però una grande esperienza come cacciatore (e perciò conoscitore dei boschi) nonché di cucina (toscana). Le pelosissime foglie, sane, ben lavate e asciugate tamponandole con uno strofinaccio, possono essere impanate o no, e fritte insieme a foglie di salvia e servite come antipasto o in accompagnamento a unaperitivo…
Ancora le foglie, sbollentate, mescolate ad altre erbe, renderanno una frittata molto più profumata e saporita.
Infine: nella buona stagione, quando può capitare di trovare abbondante borragine in qualche radura (ma badando bene che non sia contigua a luoghi coltivati o a strade trafficate), le foglie – sbollentate e tritate, insieme a erbette varie – diventano il ripieno di ravioli quasi dietetici, magri e profumati: da servire decorati con un fiore della medesima pianta, per colorare il piatto, l’appetito e l’intera giornata…
Friggere la borragine senza la pastella è un reato di lesa toscanità, quasi pari a quello di proibire i viali di cipressi in un Piano Strutturale. Provala con lo spezzatino di cacciagione, selvatico su selvatico é un abbinamento da urlo.
Quindi alche la salvia con la pastella?! Comunque sta tranquillo: non friggo, mangio. Sono una dei pochi italiani non esperti di cucina!