Forse ci tocca un altro anno col sor Monti; allora consoliamoci con la ri-scoperta della nostra bellissima lingua. In opposizione ai “pink” e “green”, ai “choosy” che passano per “trendy”. Spegniamo la televisione e accendiamo un libro. Riguardiamo l’italiano, pensandolo come uno strumento per riempirci la testa, prima ancora che la bocca e lo stomaco. Perché senza avere la testa piena di idee, non ci riempiremo affatto la pancia. Non costa nulla (per ora), non è tassato (per ora): l’italiano è una grande lingua, melodiosa, ricca di vocaboli che stanno cadendo in disuso, ma che la renderebbero – se usati – ancora più ricca. Non priviamocene, coltiviamola, usiamo correttamente accenti e punteggiatura: utilizziamola per ragionare sui problemi del paese, sui nostri problemi.
Non permettiamo nemmeno che dei politici poco colti e per niente preoccupati ci intorpidiscano con le loro volgarità, con i berci, e i verbi troncati (anda’, fa’, comincia’, sta’, mangia’,…) del loro linguaggio abborracciato.
Ricordarsi della nostra lingua vuole dire ricordare la nostra storia, anche in modo critico e autocritico. Facciamolo, non lasciamoci espropriare anche di questo.
Hai notato che ogni programma presentato, compreso quello del sor Monti, é scritto in un italiano sciatto? Ho sentito Ingroia, e il suo fraseggio era così contorto e pieno di errori sintattici e grammaticali da risultare incomprensibile. Pareva Di Pietro. É un dramma, i politici navigati sono maestri dell’eloquio ma ció che dicono é privo di contenuti, mentre i nuovi mascherano progetti limitatissimi dietro a cortine di retoriche datate (ciascuno di noi trova intollerabili quelle dello schieramento opposto, ma in realtà sono tutte parimenti insulse), cafonaggine diffusa e ignoranza ostentata. Non bastasse, ogni programma che é stato presentato è fatto al 100% di buone intenzioni ma non porta neppure l’ombra di una indicazione sulle azioni con cui si intende metterle in pratica. E non uno parla di cultura, se non con le solite frasi auliche e generiche che preannunciano il nulla.
L’unico che aveva indicato le azioni pratiche che voleva attuare era Renzi, si può condividere o meno il suo programma ma almeno non chiedeva di votarlo a scatola chiusa. E infatti, come era prevedibile, hanno messo lui e i suoi nell’angolo. Sono amareggiato, e molto tentato dall’astensione. Anche perché non mi riconosco in nessuno di questi partiti, Grillo compreso. Va bene che pretendere l’intelligenza al potere è un’utopia, ma da lì alla mediocrità che abbiamo c’é troppa distanza!
Il programma di Monti è stato scritto con il copia-incolla e ci sono anche un bel po’ di svarioni: lui crede che la cultura sia visitare i musei; gli altri – più informati – sanno che la cultura si può anche travestire da magna-magna, poi ci sono gli ‘scarpantibus’ e sono davvero troppi. (Quando dico “gli altri”, non ho in mente la ‘mia’ o la ‘tua’ simpatia politica. Ho l’idea precisa di un elenco di nomi che appartengono ad entrambe.).
Quanto a Renzi, almeno avrebbe potuto servire da innesco per un po’ di rinnovamento.
Il programma di Monti l’ha scritto Flaiano con una delle sue frasi secche ad effetto che non sto neanche a riportare per l’ovvietà.
Nessuno parla di uno straccio di società che vorrebbe.
O meglio, fra le righe si scorgono varie possibilità: la cura da cavallo, le pomatine, gli strilli, le danze del ventre e la paura di perdere lo scranno da qualsiasi angolazione si guardino i banchi della presidenza.
Vivendo in provincia di Siena, di cose se ne sono viste e di fatti ne sono successi, il quadro del Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti, vorrebbe staccarsi dalle pareti del Palazzo Pubblico e darsi nei boschi.
La cultura della manna che scende dal cielo a beneficio (in proporzioni diverse) un pò per tutti è allo stremo in ogni ramificazione: università, ospedale, comune, provincia, per non parlare della banca mucchina…… questa l’alternativa al berlusconismo?
Si va per tatticismi, strilli, slogan, ovvietà, cambi di rotta e di casacca.
Andremo a votare per scegliere fra quattro liste, mentre Il governo nascerà dopo sarà fra PD e la lista Monti.
Se ne vedranno delle belle su chi dovrà essere a fare un passo indietro per fare il Presidente del Consiglio fra Bersani e Monti.
Interviste, dichiarazioni e paginate nei prossimi mesi non mancheranno.
Mentre se vorrò piantare dieci poponi nel campo, il peso delle marche da bollo e della carta da produrre sarà più elevato dei poponi da raccogliere.