Viva Mao

Viva Mao, sì, quello lì che ha attraversato il fiume a nuoto, decenni prima che Grillo nuotasse nello Stretto. Ho proprio pensato “Viva Mao” mentre ragionavo con un amico sul solito annuncio del professore Monti, che ha perso un’occasione di dare al paese Italia  una lezione di buon senso, di saggezza, di visione lungimirante. Perché è vero che dobbiamo ‘cambiare’, si spera in meglio, ed è vero che devono cambiare i modelli a cui facciamo riferimento; ma è ancora più vero che i vettori di cambiamento dovrebbero prendere le mosse dalla visione critica di chi governa – ed è quindi in condizione di lanciare messaggi che possono aiutare il cambiamento -; mi riferisco in questo caso alla spesa sanitaria, che secondo la recente dichiarazione del professore, sta diventando insostenibile (anche se i nostri costi pare siano nella media europea). Il discorso che ha fatto è suonato come un pesante avvertimento: ci sono tanti vecchi, i quali pretendono di farsi curare da acciacchi, malanni vari e qualche volta anche gravi patologie; più vecchi ci saranno nel prossimo futuro più i costi della sanità cresceranno, perciò vi (quasi) annuncio che dovremo (dovrete) pagarvi le cure, magari accendendo una bella polizza assicurativa per pararvi dal peggio; magari la polizza eroderà ancora un po’ ciò che resta del vostro bilancio, ma tant’è.

Ma cambiare non vuol dire necessariamente mettere mano al portafoglio: potrebbe per esempio significare cambiare modus vivendi. Ad esempio, se sei a rischio diabete, perché il “sistema” non ti avverte che facendo una bella camminata veloce – tutti i giorni, per mezz’ora – la tua glicemia migliorerà (insieme a tutta una serie di altri indicatori); perché, visto che il paese invecchia, non si pensa a fare sistematicamente prevenzione? Non tutti saranno sensibili a certi messaggi, ma di certo prevenendo si potrà risparmiare un bel po’ sulla spesa sanitaria. E poco a poco, le abitudini della gente si evolverebbero…

Il dubbio che mi viene è che non si voglia affatto risparmiare sulla sanità, bensì caricarla ragionieristicamente sulle spalle dei cittadini. Lo dicevo a un amico stamattina, trovandolo d’accordo sulle mie osservazioni. Io allora, piuttosto imbestialita, gli chiedevo se – a suo parere – il giornalismo che commenta in modo così neutro tutti questi annunci, senza mai tirar fuori un’idea che sposti la discussione al di là della punta del naso del sistema di potere, sia composto da gente prona o da minus habens. E il mio amico Claudio ha placidamente osservato che “no, io penso invece che sia questi ‘tecnici’, sia i politici e ancora di più i giornalisti, non conoscano la concretezza del lavoro, e siano lontano dai problemi della quotidianità dei cittadini e delle famiglie; non sanno cosa sia la vita pratica, perciò gli uni fanno annunci astratti, che gli altri astrattamente commentano…”.

Ho allora pensato Viva Mao, che obbligava i cittadini a un periodo di lavoro manuale – autentico lavoro contadino – e mi veniva in mente il professore Monti – un po’ più giovane – chino sul campo, come “Beppe l’annestino”…

 

3 pensieri su “Viva Mao

  1. Di njorma chi è spesso a contatto con la terra ha pochi grilli per la testa e cerca le soluzioni più semplici per risolvere i problemi per risolvere e alleviare la fatica.
    Di Beppe l’innestino dovresti parlarne ancora.

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