Attenti al lupo!

Un sound che ti ha accompagnato per tutta l’infanzia e per un bel pezzo di gioventù; una canzone le cui parole sono state interpretate in modo diverso, da ognuno di noi; l’amore per gli animali che in sogno possono anche diventare personaggi di fiabe da adulti; il Fosso Lupaio che segna il confine della tua terra; una voce che si interrompe per sempre (e di questi tempi ne senti anche di più la mancanza); fare vino prima di tutto per passione (intrattenere la terra e lavorare duro per farlo come pensi debba essere fatto);i tempi che raccontano nuove storie – più difficili, più appassionanti -.
Le emozioni e i sentimenti che imprimono nuova energia, e un lupo che ti fa venire voglia di cantare una canzone che lui cantava come nessun’altro può. Dedicato a Lucio Dalla

22 pensieri su “Attenti al lupo!

  1. Evviva Lupetto!Evviva l’energia spesa a valorizzare i prodotti della nostra terra!Evviva il grande lavoro delle donne per il vino!Grandi successi alle due Tate!

    • Buongiorno Andrea, qualcuno ha fatto un poster con due lupi e lo ha regalato alle ragazze di Fonterenza. L’immagine è stata presa da quel poster ed è stata aggiunta la (microscopica, ma affettuosa) dedica a Lucio Dalla, che veniva ascoltato a tutto volume, nel tragitto da Milano a Fonterenza…

  2. Magari il lupo si mangiasse un bel pò di caprioli (equilibrio naturale, roba sacrosanta) salvando qualche grappolo! Però te lo devo proprio dire, per me l’ululato è un suono agghiacciante. Sarà un ricordo sepolto nei geni di quando la cara bestiola rosicchiava le rotule dei nostri antenati , ma quel suono cupo e penetrante mi fa sentire nudo e inseguito. Non mi piace, uno di città ragiona bene ma sentire quei uuuhhhhh! nel cuore della notte, e se magari sei solo, ti sveglia coi sudori freddi.

    • cara Elisabetta, NON ho terre! La terra è delle ragazze mie figlie che ne dispongono come meglio credono…
      Ho visto un lupo, da abbastanza lontano. Da lontano, preferisco: perché anche se mi piacciono e anche se c’è in giro parecchio selvatico (vedi caprioli di cui parla Stefano) non saprei distinguere un loro comportamento neutro da un atteggiamento malevolo…
      Intorno a Fonterenza – dove stanno le mie ragazze – è stato avvistato un lupo, da un mio vicino, che però non mi pareva allarmato.

    • La risposta a Elisabetta è finita qui sotto…pazienza.
      Sì, quelli di città hanno della campagna un’idea molto sublimata; forse perché dalla città si pensa alla campagna come luogo di pace…, finché non ci si viene a stare!
      E, sì, son d’accordo sulla ‘catena alimentare’ in cui i lupi se magnano i caprioli – graziosi, ma mortali per le vigne e per tutto ciò che è verde, buono e sta germogliando – ; se esiste un dio dei caprioli dovrebbe sbolognarli tutti a Bossi.

      • …sicchè, Silvana ,”pasticci”anche te,col pc…(.mi sento meno imbranata…) Si,ora ho capito..la terra è delle tue belle figlie…Pur vivendo in città,comunque, non vedo la campagna come qualcosa di idilliaco…anzi!…ma è tutto cosi’ coltivato che i poveri animali selvatici che devono fare?…non hanno spazi ed è ovvio che vadano inevitabilmente a nutrirsi di colture,germogli e altro…Lupi ne avevano avvistati qualche anno fa anche verso asciano…Buon segno?…non per i pastori…un saluto

  3. …Buon di’ a tutti…e in particolare a Silvana,che ci ha onorato con queste belle foto di lupi…Che apprezzo tantissimo,cresciuta come sono nel mito di Zanna Bianca,e dei racconti vissuti di Jack London…Poetiche anche le etichette…x omaggiare il grande Dalla…Non ho mai incontrato lupi,e non saprei proprio dire l’effetto su di me…ma li amo proprio come espressione della Natura. E tu,Silvana,li hai proprio visti nelle tue terre,in modo ravvicinato? un saluto…

  4. Che cosa sono i caprioli rispetto a questa gente marcia?

    Siena, la truffa dell’olio extravergine.Nelle bottiglie solo un «intruglio» e non il prodotto made in Tuscany. Quattro arresti e due denunce

    SIENA – L’olio era venduto come extravergine di altissima qualità, ottimo, dedicato ai palati sopraffini, una primizia del made in Tuscany e soprattutto dell’arte olearia senese e dei suoi olivi secolari. E invece quelle bottiglie blasonate contenevano poco più di un «intruglio» di olii provenienti anche dall’estero, Tunisia, Spagna e Grecia, e «tagliato» persino con olii deodoranti. La frode è stata smascherata dalla Guardia di Finanza di Siena che ha arrestato quattro persone e denunciate altre due (con obbligo di firma), tutte italiane, e sequestrato 8 mila tonnellate di extravergine fasullo. Le accuse formalizzate dai pm sono associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, continuata e aggravata perché sostanze alimentari, falsità continuata in registri ufficiali e frode processuale.
    INDAGINI – L’inchiesta, scattata lo scorso anno con indagini della procura senese in collaborazione con il dipartimento dell’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero, non si è ancora conclusa e sono probabili nuovi e clamorosi sviluppi. Le persone arrestate nel Senese (il pm ha concesso loro gli arresti domiciliari) sono il titolare di un’azienda olearia della provincia di Siena, il direttore amministrativo, il chimico e un addetto alle vendite. Altre due persone, il responsabile alle operazioni di assemblaggio e filtraggio dell’olio e un’impiegata della ditta, sono state denunciate con obbligo di firma e il divieto di allontanarsi dalla loro residenza. I primi sospetti della colossale frode, si sono concretizzati dopo una verifica fiscale all’azienda Olearia Valpesana spa di Castellina Scalo nel Comune di Monteriggioni (Siena). «Durante alcune perquisizioni abbiamo trovato alcuni quaderni con la descrizione di olii “tagliati” con altri prodotti provenienti dall’estero – spiegano gli investigatori – e le istruzioni per ottenere un prodotto che, almeno agli occhi degli acquirenti, poteva sembra un olio extravergine di qualità. Il prodotto finale era poi rivenduto alle più importanti aziende imbottigliatrici in tutta Italia che poi imbottigliavano l’olio «tagliato» come extravergine».

    Marco Gasperetti
    mgasperetti@corriere.it

    Viva i caprioli! Non son mai riusciti a distruggere intere filiere, al massimo qualche filare…

    • Quella cosa dell’olio grida vendetta: questo è il legame tra uomini e territorio? Spero almeno che non siano senesi, altrimenti c’è da mettersi a piangere…
      Ps: i caprioli sono graziosi ma sono anche dei vendemmiatori ante vendemmia. Anni scorsi ne incontravi intere greggi, tra i filari: Margherita ne ha scuoiato uno appendendo la pelle a un albero, per tenerli lontano.

    • Viva i caprioli un tubo! Quanto è comodo da una distante casa cittadina scrivere che in fondo non sono mai riusciti a distruggere che un filare; ma quel filare, e quelli accanto, sono sudore e tanto impegno che vanno perduti. Se faccio un mutuo ipotecando casa mia e il mio lavoro dei prossimi trenta anni per piantare quel filare, e poi il bel bambi dei cartoni animati me lo rade a zero appena butta io che faccio? Dico alla banca; scusi sa, ma bambi che é così bellino si è fatta l’insalata nel mio filare, per cui non ho uva né vino con cui pagarle la rata. E lui, che é molto comprensivo, di certo capirà; lo si legge in tutti i meglio libri di fantascienza. E poi vede, lei forse non lo sa ma non è mica detto che quelle barbatelle rase a zero poi ce la facciano a ributtare e a sopravvivere. Certo che i sofisticatori di olio sono farabutti, ma non sono affatto diversi dal maledettissimo bambi ; per noi di campagna sono entrambi disastri, uno fa crollare il prezzo dell’olio e l’altro distrugge l’uva. Vadano a morire ammazzati tutti e due, bambi preferibilmente in salmí.

      • D’accordo sui caprioli (ne ho visto le gesta), ma non nel parallelismo con quelli che hanno combinato quel po’ di casino dell’olio: quelli sono inqualificabili; ed è anche peggio se sono senesi per ovvie ragioni.

      • …Sig.Cinelli, non s’agiti….Comprendiamo il suo disappunto e le sue più chè legittime esigenze, x le vendemmie che deve sostenere e garantire…Mio babbo faceva l’abbattimento autorizzato e controllato per i capi in esubero,sia daini che caprioli…Magari non basta…Certo il lupo avrà un gran da fare,nei nostri territori…Un saluto

      • …veramente vivo in campagna, caro Cinelli…nel Monferrato, davanti ad un bosco pieno di caprioli, che penso abbiano lo stesso diritto mio di vivere (magari informati prima di darmi della cittadina)…

          • ….ma quando si ragiona di campagna, esser di città non mi suona come complimento…un saluto

          • …io ,invece,non ho vigne…Ho solo UNA vite, proprio una di numero..(ridete,ridete…),di uva da tavola…..nell’orto…ma ho vendemmiato con passione,e amo la campagna,la natura e gli animali…e anche le persone…Dimenticavo…di cognome faccio…VITI….Un saluto

          • Bene, lei abita in campagna e ne sono lieto per lei. Non so di cosa viva, io di agricoltura e la amo; per questo mi arrabbio quando lei scrive viva il capriolo che alla fin fine non fa altro danno che mangiarsi qualche filare. Quel filare per me, e per tanti come me, é lavoro ma anche sogni, speranze e futuro. Non sono solo soldi. L’amore per la natura é bello, e chi vive davvero di campagna lo sa più di chiunque altro, ma non facciamone un feticcio. Es modus in rebus.

  5. ..x l’olio contraffatto,ho una gran tristezza…e rabbia. E le conseguenze le pagheranno anche chi produce bene..E’ vergognoso…

    • Sembra che ci sia in giro una legione di affaristi da strapazzo (ho sentito anche il brutto affare delle centrali a biogas che vogliono piazzare a Buonconvento) che se ne fregano altamente – non solo delle regole, ma anche di ciò che accade vicino a loro stessi – e che sono disposti a tutto pur di fare soldi facili.
      Ora è finito il tempo del soldi facili per le ‘mezze tacche’; ora i soldi facini si fanno altrimenti: spead insegna.

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