Nella gamma di accadimenti, pensieri, riflessioni e sorprese, entra a buon titolo un premio, tra le cose che accadono in questi luoghi. Riportando un premio dovrei annotare che ci ritroviamo tra la campagna e la provincia, tra il senso della ruralità e il business, con uno sguardo appena appena alla politica e con (finalmente!) un po’ di mondanità.
Il Premio “Casato Prime Donne”, lo conosco da quando è nato – in tempi meno tribolati, con un mondo allora teso a ‘crescere’, magari in modo ‘sostenibile’ , perché così era politicamente più conveniente –. Per me era un ideale proseguimento del premio “Barbi Colombini”, ideato e lanciato (se non erro negli anni ottanta) da Francesca Colombini, una con l’occhio lungo e il passo saldo. Così l’ho vissuto in questi anni, e non ci sarebbe stato niente di male (anzi!), tuttavia mi era sempre un po’ sembrato un ‘succedaneo’ più che un vero proseguimento del precedente premio, forse perché vi intravedevo troppo ‘vulimmusebene’, rivolto a una comunità di cui mi sembrava urgente, invece, spalancare le orecchie alle nuove canzoni del mondo.
Invece sono rimasta sorpresa dall’evoluzione positiva di questo premio che ha trovato – già nella fase ‘ufficiale’, al teatro degli Astrusi – in chiave meno forzata e più vivace, con le sue brave note kitsch (come tutti i premi), ma anche con aspetti divertenti e simpatici. Con la ‘gaffe’ del giornalista olandese (premiato) che borbotta cose incongrue sul Brunello di Montalcino, ma con la premiata super – la signora Fendi – che ci fa intravedere un’Italia che produce intelligenza, bon ton e solidarietà (e dio solo sa quanto ci servirebbero esempi di questa classe!). Bella la festa a Trequanda, col clima giusto e gli dei benevoli.
Sarei dunque pronta per il ‘lecchino d’oro’ di Prima? Be’ no, una critica precisa ce l’avrei: quando ci si chiama “premio Casato Prime Donne”, perché restare nel ‘recinto’ donnesco, per poi lasciar entrare un uomo come il giornalista di cui sopra? E ancora: che siano Prime Donne quelle che premiano (tra l’altro con una giuria di prim’ordine) benissimo; ma forse i premiati non potrebbero essere di entrambi i generi?
Così, anche per questa volta, niente ‘lecchino d’oro’!
Indovina chi premio io
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