Televendita del Paesaggio

Uno di questi prossimi anni o mesi, qualche beato visitatore olandese girellerà per le campagne intorno a quel di Montisi – di cui avrà magari sentito menzionale l’olio d’oliva, insieme al delicato paesaggio circostante – e potrebbe trovarle ‘lievemente’ mutate: le campagne, il paesaggio e anche l’olio. L’olio e il turismo, qui, per ora beneficiano di un asset straordinario, il paesaggio, il famoso paesaggio toscano; proprio lui, quello di cui parlano in tutto il mondo, non solo nel resto d’Europa, o in America, ma anche in Cina e in Brasile, e nei nuovi paesi che stanno affluendo al turismo. È il paesaggio che ha reso rinomata la Toscana, perché è straordinariamente bello e ci fa sentire bene. Però non tutti se ne sono accorti e allora pensiamo a una scuola di italianità, a cui sottoporre in primis chi ha responsabilità pubbliche.
“Dobbiamo vendere paesaggio, non magliette” ha scritto Massimo Gramellini su La Stampa, in un commento al crollo di Barletta, in cui hanno perso la vita giovani donne che proprio magliette stavano fabbricando, in una risulta di luogo, per battere i prezzi cinesi . Dovremmo tutelare il bello e il buono di questo paese e costruire posti di lavoro sulla bellezza, non cercando di essere più cinesi dei cinesi, mentre proprio loro (i cinesi) stanno facendo il percorso inverso.