Girogirotondo

Le ho portato un mazzetto di matite colorate, sapendo che il bell’effetto veniva dal colore esterno delle matite, più che dalla mina colorata; penso che quello che ti colpisce nella prima infanzia, lascia nella tua memoria un segno speciale. I colori di quelle matite hanno tonalità speciali: sanno di frutta, di mattino d’estate quando l’aria è ancora fresca, sanno di albicocche appena colte …

Ho incominciato, sotto i suoi occhi attenti, a disegnare una spirale di color ciclamino, canticchiando girogirotondo; mi sono resa conto che la spirale cresceva quasi perfetta, sul foglio bianco, ed era molto apprezzata dalla piccolina che si è messa a cantare imitando perfettamente l’intonazione e farfugliando le parole; poi si è guardata le mani e mi ha preso la matita, impugnandola come fosse una spatola.

Poi si è messa a disegnare una spirale, a modo suo, alzando di poco il tono della voce, mentre continuava a cantare: guardavo il modo improprio in cui teneva la matita e mi è venuto da dirle guarda!, non così, la matita si tiene così, mostrandole come. In quell’istante mi ha colpito il ricordo di una maestra che mostrava come si tiene una matita a me bambina e, insieme, mi è tornato – come se fosse accaduto un’ora prima – il senso di frustrazione da cui ero stata invasa allora, pensando che non ne sai mai stata capace.fiore come pensieri

Diamo i Numeri

 

Il mio cellulare ieri è sparito – perso o rubato, non lo so e poco importa – sto ricostruendo una nuova rubrica telefonica: per favore, date i numeri. Grazie 

Nella mitologia greca Mercurio (Hermes), figlio di Zeus e della ninfa Maia, era il messaggero degli dèi, dio protettore dei viaggi e dei viaggiatori, della comunicazione, dell’inganno, dei ladri, dei truffatori, dei bugiardi, delle sostanze, della divinazione. Tra gli altri ruoli, Hermes era anche il portatore dei sogni e il conduttore delle anime dei morti negli inferi.

Nella mitologia romana Mercurio rappresenta non solo per la sua velocità i ladri ma è anche il dio degli scambi, del profitto del mercato e del commercio, il suo nome latino probabilmente deriva dal termine merx o mercator, che significa mercante.

Mentre l’estate (e non solo) si avvia a girare la solita boa, con la solita metafora che ci impedisce di guardare oltre e vedere che cosa – davvero – ci sta succedendo, incontro Mercurio (e non era la prima volta) che mi agita davanti la verga d’oro con cui opera prodigi e confonde le visioni. Tra l’idea di ritrovare un’amica che non ci sta più con la testa e quella di togliermi di torno, con garbo e buone maniere, un uomo che la testa ce l’ha sulle spalle, ma la usa poco, cerco di salvare il salvabile. Ci riesco, quasi, ma Mercurio pretende un pedaggio sacrificale e si prende il mio smart phone con ottocento numeri di telefono nella preziosa rubrica. Il ricordo dell’amica resta – indelebile -, l’uomo se ne va e le buone maniere sono salve. E Mercurio mi sbeffeggia perché non so dove guardare, per vedere dove (come) stanno le cose.