Vipera sarà lei

Spiace mostrarla così, nello squallore della morte. Ma mostrarla è importante, perché questa è una delle forme più comuni della vipera nostrana – vipera Ursinii, o dell’Orsini, che la studiò un secolo fa – .Piccina, con tutte le caratteristiche della sua specie (coda che si rastrema bruscamente, mandibola marcata, testa triangolare e un’elegante livrea beige e caffélatte, adatta a mimetizzarla tra le pietre.

Era venuta in visita, o addirittura era nativa di Sant’Angelo, dove si possono trovare numerosi anfratti idonei ad accoglierla. Dicono che il suo morso – certo non benefico – non sia eccessivamente pericoloso, tuttavia è meglio evitare l’esperienza. In ogni caso è una creatura timida che rifugge i contatti con gli umani. Questa ha, invece, incontrato l’uomo della sua vita, che l’ha uccisa. Forse l’avrei fatto anch’io, forse no; bastava prendere un rametto e agganciarla, poi lanciarla nel paesaggio sottostante e lasciare che emigrasse altrove, a nutrirsi di topi e ranocchi (e lucertole).

Molti anni fa, le prime volte che ho visitato questi luoghi, la natura era assai più selvatica. A parte gli insetti enormi, mai visti prima, tra cui un tipo di vedova nera tipico proprio di questo versante, ho incontrato serpi e serpenti di svariati tipi; ho potuto imparare i nomi con cui i locali li chiamano, e apprezzarne le diversità.

Fino ad allora l’idea di serpe era abbastanza aliena, sconosciuta perciò spaventosa, ma frequentando la campagna e i contadini – e in seguito osservando le mie figlie che hanno confidenza con gli animali (tutti!) – ho imparato a guardare serenamente anche le creature che strisciano, vipere incluse. Di solito assai meno pericolose degli uomini (e delle donne).visitorviperetta gentilevipera sarà lei