Silenzio!

Che mi succede?! Una botta di nausea da eccesso di parole. Davvero molto strano per una che con le parole ci lavora e ci fa i conti da una vita. “Silenzio, ora si fa.”, è quello che vorrei dire a tutti i parlatori, di solito piuttosto abili, che ci imbottiscono di suoni che pretendono di corrispondere ad azioni …, ma che dico: addirittura a concetti e magari anche a qualcosa di profondo.
Nessuno ascolta, ma neppure si ascolta o ri-ascolta. Se qualcuno lo facesse si accorgerebbe che non è vero che le parole possono essere dette ‘al vento’; se non altro perché ora esistono media più insidiosi e molto sofisticati rispetto a quelli in uso comunemente fino a qualche anno fa. Ma anche se questi media così sofisticati e avveniristici non esistessero, da sempre le parole – soprattutto se corrispondono a promesse – scavano dei tunnel nella mente e nel cuore delle persone, fanno germogliare idee, abbozzano orizzonti: sono vive e lavorano nel profondo della psiche.
Mi torna in mente una presentazione di trent’anni (?) fa, al quinto piano della Mondadori, Sala Consiglio, presenti – se ben ricordo – Piero Ottone, allora DG dei periodici, Neila Prizzon, la grande indimenticata signora della pubblicità che tanto fatturato portò a quell’azienda.
C’era la presentazione di una campagna pubblicitaria per promuovere un settimanale (non ricordo quale). Qualcuno dei presenti, piuttosto digiuno di comunicazione e in particolare di pubblicità, stava esortando a usare dei claim che a me sembravano decisamente imbonitivi. Intervenne la Prizzon che non era abituata a camarille e pissi pissi: “Non possiamo raccontare balle ai nostri clienti, promettendo che il giornale sarà qualcosa che non riusciremo a dare e a fare; non possiamo fare una campagna bellissima che promette miracoli e vende migliaia di copie in più, come per magia, perché non c’è niente di peggio di una campagna bellissima che promette un prodotto meraviglioso e lo fa acquistare da milioni di persone. Quando tutti quelli che l’hanno acquistato si accorgeranno che quella cosa lì è una “merda”, non ce lo perdoneranno più e li avremo persi per sempre!!”.
Così disse la Prizzon. Che sapeva come funziona la comunicazione e portava in azienda miliardi di fatturato. La regola è sempre la stessa.