Ciao Bramante, oggi si vede il mare, dal Passo del Lume Spento. Scintilla lontano, appena più alto del profilo delle colline. Succede solo nelle giornate nitidissime come questa che presto volgerà al tramonto. E tramontando, la luce ci regalerà una serie di visioni – tutte le sfumature dei colori più caldi, quelli di una stagione che conclude i raccolti, poi pare che tutto finisca, la terra si raffredda (almeno così si spera), anche i colori si ingrigiscono, ma poi tutto ricomincia, con grande fatica. E’ una storia che tu conosci molto bene, come conosci alberi e animali di questa terra, e ulivi e vigne. L’ultima volta che ti ho visto eri di vendemmia, ma ti occupavi dei dettagli un po’ meno impegnativi, perché a vendemmiare – scarpinando tra i filari con secchi e cassette pesanti – non ce la facevi più. Però l’hai fatto fino a novantanove anni suonati, poi ci siamo messi a tavola e tra una fettuccina e un sorso di sangiovese mi hai detto che “non mi manca nulla e in casa mi rispettano”. Ho tanti ricordi legati a te, cominciando da quel becco che ruzzava con il mio figlio piccolo, quando venivo a comprare legna da te quarant’anni fa. Luciano mi ha detto che fino all’ultimo hai parlato di funghi e di cose della tua terra. Non poteva che succedere così: nessuno la conosce come te, questa terra. Però non ti ho mai chiesto se sei mai stato al mare, se l’hai mai visto. Dato che hai scelto questa giornata di sole e di vento per congedarti dalla terra, approfittane e vola ben alto: vedrai le vigne che stanno spogliando, le foglie che volano, e se spingi lo sguardo lontano, verso l’orizzonte a ovest, il mare che scintilla mobile, nella luce che cambia.
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La versione di Bramante
Vado a trovare i Ciolfi che vendemmiano, al podere SanLorenzo- Da qualche anno ci faccio volentieri un’incursione, ritrovando il nonno di Luciano – Bramante – e il suo senso del lavoro (novantanove anni quest’anno). Chi pensa, come me (e come recita la Costituzione all’articolo 1) che la Repubblica è fondata sul lavoro, dovrebbe venire a vedere Bramante, al tempo della vendemmia.
Perché Bramante l’ho conosciuto quarant’anni fa, quando venivo a comprare la legna per le stufe di Fonterenza, nelle mie incursioni in Toscana, da Milano, e poi l’ho ritrovato come nonno di un vignaiolo che apprezzo molto e che ce la mette tutta – lui e la sua famiglia – con una tenacia e un ottimismo che mettono di buonumore.
Quest’anno Bramante non ce la fa a muoversi tra i filari con secchi e cassette diventati troppo pesanti per lui. Allora si dà da fare attorno alla diraspatrice, con un forcone che a me pare francamente anche più pesante. Ma lui si sentirebbe umiliato a stare senza far niente. “La vita è bella – mi fa – ma a questa età ci vedo meno e ci sento meno; non è bello capire che si sta facendo un ragionamento e non sentire bene”. E’ sereno “perché non mi manca niente e in casa mi rispettano”; ma la vita da puro spettatore non gli andrebbe a genio. Ognuno deve darsi da fare, contribuire ad andare avanti. Questo è il suo sguardo, il suo pensiero è un’edizione speciale del senso della vita
La vendemmia del Ciolfi
Ormai , per me è una tradizione semplice e schietta, come Luciano – il Ciolfi di San Lorenzo – montalcinese verace e uno dei Brunello che mi piace bere (li ho contati e se capita ve li racconto). La vendemmia vorrebbe dire che sono invitata a pranzo, ma quest’anno non ce la faccio; tuttavia non rinuncio a una capatina tra vigna e cantina, perché imparo sempre, da Luciano, uno che ha la mente aperta: un montalcinese capace di pensiero laterale, quindi con l’overdrive, che – sappiamo – aiuta sempre. Poi c’è il nonno Bramante – novantott’anni così pacatamente portati che ti riconcilia con la vita … e non è un dettaglio!
Mi faccio spiegare come mai la vigna è di due colori nettamente diversi tra loro, ed è perché reagisce a due micro zone, in cui il terreno, ma forse anche il microclima, sono differenti tra di loro …
Vado a vedere i grappoli: l’uva è più bella dell’anno scorso, ma Luciano è molto cauto e mi dice “vedremo che cosa viene fuori” …ma mi pare piuttosto sorridente.
Poi però corro a vedere la diraspatrice, perché voglio vedere l’uva “al lavoro”. E’ un momento pieno di festosa appiccicosità: ti viene voglia di buttarti in mezzo agli acini che luccicano e sembrano vivi …
Come Paperone nel suo forziere, così Luciano potrebbe tuffarsi nei chicchi vibranti della sua uva. Quanta ricchezza, e che bella vendemmia!