Piscio Volante

Sappiate che è un gioco nuovo, che l’ho inventato io e che la mia (seconda) nipotina ne è rimasta deliziata. Però non riesco a trovare un’immagine che illustri efficacemente queste brevi righe: cioè, un’immagine ci sarebbe ed è quella del radioso sorriso della bimba che si è applicata molto ad imitare la sua nonna (parlandomi un po’ addosso) così creativa. Ma dato che non metto on line foto di bimbi, temo che dovrò ingegnarmi a spiegare che cosa è successo.

Una noiosa e impegnativa riunione per una perizia si era appena conclusa, con una nebbiolina di malumori e domande inevase – come accade sempre più di frequente nel paese Italia, dove le cose non sono mai lineari e comprensibili, ma al contrario sono farraginose e oscure … Malumore che faceva a cazzotti con la tornitissima bimbetta, che ha quotidianamente voglia di misurarsi con qualcosa che impegni adeguatamente il suo bisogno di fare esperienze.

Che si fa di nuovo, dunque? Ah sì ecco questo pannolino appena cambiato e ben impacchettato per essere smaltito è di sicuro un soggetto interessante: soprattutto se intorno a me si guarda con sospetto il mio interesse per quel fagottello. Ora lo apro e ci frugo dentro … ecco sì!

Così è nato il gioco: si tratta di catturare il pannolino, avvolgerlo ben stretto e lanciarlo per aria all’urlo di “piscio volante!”. Divertimento garantito per la bimbetta e per il babbo che ascolta con un po’ di sorpresa la traduzione ma l’accetta con un po’ di sorpresa ‘americana’.

Ritorno a casa

Dopo mesi di fatica e di immobilità, decido di tentare. Il cane e (per maggior sicurezza) un bastone: caso mai il ginocchio facesse un capriccio. Riparto dall’idea di far contento il cane, travestendo il timore in dovere; nel cielo è tutto un rincorrersi di nuvole, giro accanto al podere (“dov’era l’ombra or sé la quercia spande”) … La caduta della quercia ha cambiato un po’ questo angolo di campagna e più ti allontani più è evidente. A Blackie basta la parola ‘giretto’ per avviarsi, però si volta perché sa che io sto provando, ma non sono davvero sicura di farcela; corre, si ferma, pisciacchiaDSCN8609, poi torna indietro e mi guarda. Quando capisce che ci sono e che non ho problemi, riparte. Azzardo il solito giro, più che altro perché non sono certa che lui capirebbe le ragioni di un’abbreviazione; tuttavia nell’ultimo tratto cammina al mio fianco – cosa non proprio consueta per lui -, poi quando siamo in vista del podere va su veloce e mi aspetta davanti all’uscio: è ormai buio e i suoi occhi brillano ammiccanti, come due led. Brinda con un biscotto, per accordi precedenti.