Mi manda Mendel

DC_250165224Il dono della telepatia, l’istinto di conservazione, la capacità di distinguere, la curiosità di vedere oltre, la passione per la conoscenza, il bisogno di imparare, la fame di bellezza, l’attenzione ai più fragili, il senso del ritmo. Un terzo occhio, saper perdonare, chiedere scusa, ignorare l’arroganza, resistere alla seduzione, non avere paura.

Ecco, soprattutto non avere paura.

C’è qualcosa – come un soprassalto appena affronti la “cosa difficile”, o penosa, o rischiosa o dolorosa – che ti tira per il braccio e ti fa partire un sorriso: non di sfida ma di ‘relativizzazione’; c’è qualcosa, insomma, che ti fa sapere all’istante, subito, che tutto si stempera (a cominciare da ognuno di noi) in una treccia folta e fusa, e ti dà quella forza speciale: allora se parto con questo piede sono come un ‘dune buggy’ su una spiaggia nostrana e porto quello che scelgo, dove io voglio.

Le cose cambiano, e se ne sei consapevole governi il cambiamento.

Leggo le sue leggi e so cosa faranno i miei nipoti, anche quelli sconosciuti. Mi manda Mendel: conosco il modo in cui muoverai le mani, so perché mi guardi in quel modo, ti immagino nel leggere quel libro, ti piacerà il tè ma non come piace a me; ricordo il modo di intrecciare le mani della nonna che non ho mai conosciuto e te lo sto passando, anche se l’ho ben guardato solo nella sua vecchia foto – di lei con mio padre neonato in grembo – scattata in un campo di fronte a una casa: tutto virato in bistro, che è un nero che si addice ai ricordi che diventano futuro.

Per questo, per questo e tanto d’altro – che tu sai già e forse no – mi manda Mendel e ti volevo avvertire.

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