Le ho portato un mazzetto di matite colorate, sapendo che il bell’effetto veniva dal colore esterno delle matite, più che dalla mina colorata; penso che quello che ti colpisce nella prima infanzia, lascia nella tua memoria un segno speciale. I colori di quelle matite hanno tonalità speciali: sanno di frutta, di mattino d’estate quando l’aria è ancora fresca, sanno di albicocche appena colte …
Ho incominciato, sotto i suoi occhi attenti, a disegnare una spirale di color ciclamino, canticchiando girogirotondo; mi sono resa conto che la spirale cresceva quasi perfetta, sul foglio bianco, ed era molto apprezzata dalla piccolina che si è messa a cantare imitando perfettamente l’intonazione e farfugliando le parole; poi si è guardata le mani e mi ha preso la matita, impugnandola come fosse una spatola.
Poi si è messa a disegnare una spirale, a modo suo, alzando di poco il tono della voce, mentre continuava a cantare: guardavo il modo improprio in cui teneva la matita e mi è venuto da dirle guarda!, non così, la matita si tiene così, mostrandole come. In quell’istante mi ha colpito il ricordo di una maestra che mostrava come si tiene una matita a me bambina e, insieme, mi è tornato – come se fosse accaduto un’ora prima – il senso di frustrazione da cui ero stata invasa allora, pensando che non ne sai mai stata capace.
..è vero..lasciamoli fare….