Speciale: Promozione Turistica

Vivere in un piccolo paese – visitato quotidianamente da decine di turisti in cerca di emozioni, di cose ‘vere’, di scoperte inedite, può sembrare – persino essere – un privilegio. Dipende da te, da come ti fai capire, ma anche da come gli altri ti capiscono: Dipende molto anche dagli altri: soprattutto se sono profondamente diversi da te, per appartenenza, scolarizzazione, abitudini, cultura, frequentazioni.

I miei (personalisssimi) incidenti di percorso, nel luogo ameno in cui provvisoriamente abito, non sono stati numerosi, ma abbastanza pesanti da suscitare – in una con il mio carattere – un senso di schifo e di ripulsa – anche se non ho avuto il pesante “privilegio” di subire assalti: solo avance pesanti, a mio modo di sentire imperdonabili, non fosse che il livello (morale e sociale) dei protagonisti delle “virili” performance era di poco superiore alla nullità. Ora l’età mi preserva da tali attenzioni, anche se me ne riserva altre, da parte di chi magari pensa che una donna vecchia coincida con un essere inerme e inoffensivo; e che costui continui a crederlo.

Essere donna, oggi, nell’Italia irrancidita dalle larghissime intese e dalle equivoche alleanze, è difficile. Perciò può essere ancora più difficile esserlo in campagna – luogo di solitudine, di bellezza e di pace, ma (ogni giorno si impara) anche di guardoni e di molestatori.

Non fa certo piacere scrivere queste parole che irriteranno coloro che hanno (e sentono di avere!) responsabilità istituzionali, ma vorrei sottolineare che non fa nemmeno comodo alla scrivente, dedicarsi a questa “promozione speciale”.

A me è successo – qui, dove vivo ora – di subire attenzioni speciali e sono stata zitta perché non mi pareva che valesse la pena di spiegare o di far capire – con mezzi legali o coercitivi – che una donna – ancorché sola – è una persona esattamente come ogni altro essere umano, con pari dignità. Per poi accorgermi che le controparti (se posso chiamarle così) la dignità manco sapevano che cosa fosse.

Ora invece mi colpisce la stupidità – anzi, direi l’assenza completa dal mondo reale – di un (chiamiamolo per così dire) un uomo che ha aggredito e molestato – con eloquente (se mai ve ne fosse bisogno) strizzata di tette – una donna, piuttosto bella, di mezza età, dall’aria un po’ esotica e certamente attraente. Chissà che che cosa pensava di combinarci; magari portarsela a letto? Non credo, ma non riesco neppure lontanamente a capire che cosa gli possa essere saltato in mente…

Quello che vorrei sottolineare – immagino che chi legge possa capire il mio schifato disgusto, ma vorrei andare sul pratico, che così magari qualcuno capisce meglio che queste cose non sono prive di conseguenze – quello che dunque vorrei sottolineare è la seguente cosa: la persona che ha subito questi inauditi palpeggiamenti è figlia di un grande editor musicale, conosce e parla con tutto il mondo dello star system, ha amicizie in tre continenti e ha scelto di venire a stare qui perché cercava un luogo bello, poetico, e tranquillo. Nella ricerca non erano e non sono incluse le strizzate di tette, né le avance; la persona di cui parlo è in grado di scegliersi amicizie e compagnie, da sola, senza che intervenga qualche velleitario nostrano che forse pensava costui al palpeggio come a una promozione turistica extra?!  

5 pensieri su “Speciale: Promozione Turistica

    • In paese lo sanno tutti; la cosa ha fatto scandalo e anche – giustamente – irritato; primo perché a nessuna signora del paese fa piacere sapere che le donne siano ancora considerate degli esseri ‘assaltabili’ a piacimento. Poi perché questo episodio parla pessimamente del luogo.
      Infatti la donna che ha subito queste molestie ha deciso di andarsene; quindi è avvenuto proprio anche (anche!) uno svilimento (per non usare altre parole) del luogo, dei luoghi, degli abitanti, dell’Italia (la signora è americana), e del contesto in generale, compresi vino, arte e tutto il resto. Che cosa dirà ai suoi amici, l’amica americana? Che cosa racconterà di Montalcino, Sant’Angelo
      eccetera? Se non interessa la dignità di una donna, almeno qualcuno sarà interessato alla dignità dei luoghi?!

      • Addendum a freddo.
        Chissà se a qualcuno – sensibile al danno d’immagine (se non, ancora una volta, all’offesa arrecata alla dignità di una persona) – verrà in mente di suggerire al responsabile del fatto increscioso una procedura inedita: chiedere scusa, nell’intento anche di farsi perdonare.
        Non è un gesto umiliante, bensì di civiltà; qualcosa che raramente viene suggerito da chi detiene un po’ di potere.
        Penso però che da fonte di pettegolezzi e chiacchiere guascone e (a loro volta) un po’ incivili, l’episodio in oggetto può essere fonte di qualcosa di buono.
        Ho usato il “modo indicativo”, anziché il congiuntivo, volutamente, come auspicio di neo-convergenze, almeno rispetto all’interesse comune: un’immagine più serena, che induca rasserenamento e non un ‘dagli al molestatore’. Senza buonismi, ma anche senza accanimenti: qualcuno, per favore ci pensi!

  1. Mi spiace deluderti, ma non credo che ciò accadrà.
    Per chiedere scusa bisogna essere consapevoli delle proprie azioni o almeno ‘avere le palle’, doti che chi commette queste ignobili azioni assolutamente non possiede.

    • E’ vero, che io ricordi, non ho mai sentito di scuse presentate, a seguito di fatti così.
      E naturalmente non mi ritroverò delusa, però faccio parte di quella categoria di persone che tenaci (talvolta cocciute, ma io preferisco pensare alla tenacia…) che pensano sia meglio provarci, anche a costo di ‘sbatterci il muso’.
      I tempi stanno cambiando, magari si può cambiare qualcosa.

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