Cari Sindaci, il Paesaggio ha un suo perché

Geografia e analisi paesistica

Anche la geografia, con la sua pur contraddittoria eredità scientifica nello studio del paesaggio e con il suo armamentario strumentale e metodologico, può e deve essere considerata uno dei caposaldi culturali sui quali si potrà costruire una razionale opera di salvaguardia/valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio. Essa ha dato – e molto di più può offrire – un contributo teorico e pratico significativo alla risoluzione delle due esigenze compresenti, in genere allo stato conflittuale, in ogni situazione di riorganizzazione del territorio: da una parte, l’esigenza di trasformazione/modernizzazione dell’assetto territoriale, dall’altra quella di conservazione di determinate frazioni o componenti tradizionali del paesaggio. (da “Storia e Futuro, aprile 2002; Leonardo Rombai)

Ogni tanto vado a cercarmi altre notizie di un lontano e illustre parente Renato Biasutti (San Daniele del Friuli 1878- Firenze 1965) geografo ed etnografo, molto conosciuto per le sue ricerche su “La Casa rurale nella Toscana”, ma forse un po’ meno per i suoi studi sul paesaggio (Il Paesaggio Terrestre, Firenze 1947), cioè un censimento descrittivo dei diversi paesaggi terrestri.

Biasutti ha lavorato anche sulla scia delle ricerche di Alexander von Humboldt (Berlino, 1769-1859), scienziato, naturalista, viaggiatore. Il lavoro di Renato Biasutti (che ha fondato anche l’Istituto geografico dell’Università di Firenze) è stato ed è ripreso, citato, approfondito da numerosi altri studiosi; perché il Paesaggio è lo specchio dei nostri pensieri.

Navigavo alla ricerca di altre notizie – in una pausa di un trasloco, piccolo ma per me impegnativo, in queste giornate affollate dalle (ultime?) peristalsi della vecchia politica e mi è venuto in mente che se i nostri amministratori – che, per certi versi, hanno in mano il nostro paesaggio – ne sapessero di più, fossero indotti a leggere e studiare di più, a proposito del paesaggio e di come esso ‘diviene’ e ineluttabilmente si modifica…, forse aumenterebbe la loro sensibilità, anche personale, su questo argomento che “ha un suo perché” : dal senso del paesaggio dipendono il turismo – un’attività economica primaria, qui in Italia – ma ancor di più la qualità della vita (gli stati d’animo!) di noi cittadini. In tempi magri come quelli che stiamo attraversando, converrà tutelare il paesaggio, con meno polemiche e più condivisione con le comunità, studiando di più per capire e scegliere meglio.

In altre parole, siamo più costruttivi, costruendo meno.alla ricerca del paesaggio perduto

 

4 pensieri su “Cari Sindaci, il Paesaggio ha un suo perché

  1. Non avevo idea che tu fossi parente dell’autore di quel bel libro che ho ammirato da sempre. Immortale la sua foto di un podere tra S.Giovan d’Asso e Trequanda. Si vede che il legame con queste terre era nel destino …..

    • …E nel suo La casa rurale nella Toscana c’è un disegno delle coloniche che stanno sotto Argiano…
      Già che ci sono, ti confesso anche che sarei discendente anche di un ufficiale di Napoleone 1° – tale Pierre Malmaturo – corso, trisavolo di mio nonno. Di cui conservo la medaille de Sainte Helene.
      Renato Biasutti – a cui sono dedicate numerose piazze e vie, in Friuli – non l’ho conosciuto, e me ne parlava mio nonno paterno. Poi ho scoperto negli anni che i suoi testi sulle case rurali italiane sono tutt’ora punti di riferimento in alcune facoltà – tra cui quella di architettura. Ma il suo lavoro sul paesaggio – anzi sui paesaggi della terra – è sorprendente e attualissimo.

    • Sì, “La casa rurale nella Toscana” è stato rieditato e pure integrato, da editori vari. Puoi cercarlo alla Libreria Senese. I testi sul paesaggio li trovi on line – inclusa una bella cartina mondiale – citati in diversi corsi universitari e simposi internazionali sul tema paesaggio.

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