Speriamo di fare Tredici, con la Forza delle Idee

Chiudo l’anno seguendo la celebrazione di un funerale. Era quello del Morino – un uomo malato che però riusciva a curarsi e a vivere una vita più che decente – ; era cacciatore, cinghialaio e se non sbaglio fedelissimo del piddì. E’ morto d’imprudenza, inopinatamente. Una cosa che può capitare a tutti noi, girando l’angolo sbagliato, o attraversando la strada al buio sottocurva, com’è successo a lui. L’Implacabile Signora è sempre lì, a sfogliare la sua Agenda. Altro che l’Agenda Mari-e-Monti, flebilmente diccì, pronta ad associarsi al piddì, per spremere ancora un po’ là e un po’ lì.
E allora auguri, via: pieghiamoci volentieri al vecchio rito, ancora una volta; diamoci dentro, teniamoci forte, però non reggiamo più il moccolo a questo ritorno al vecchio, al ritrarsi nel buchetto sicuro.
E ancora auguri di buoni pensieri, belle idee col coraggio di esporle e affrontarle; auguri di un’Italia meno floscia e moscia, che subisce e tace.
E auguri di trovare il coraggio di difendere lingua, paesaggio, e tutte le buone cose di questo paese.
Auguri insieme alla buona terra, il più prezioso tra i beni tangibili degli italiani, e che il sole sorga su un paesaggio politico completamente nuovo!

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