La Stagione dei Colori

Se vai a camminare di questi tempi – giornate cortissime e poca luce – pensi che tutto sia bigio: le vigne spoglie, l’erba annientata, fango un po’ dappertutto; e poi quel po’ di nebbiolina (quando non sono vere e proprie nuvole) che vela ciò che resta del paesaggio.
Se poi cammini per disciplina personale, hai l’abitudine a ‘svuotarti’ la testa, passo dopo passo, lasciando che il tuo sguardo allo stesso tempo, si riempia – faccia una vera scorta – di quello che la terra sa donare a chi l’apprezza.
Noi di città siamo particolarmente adatti a questo esercizio spirituale, che può assumere aspetti molto diversi: qualche volta diventando terapia – per noi la terra mantiene un sapore di rarità -. Siamo i fruitori ideali della campagna, anche se non tutti i nativi se ne sono resi pienamente conto (c’è ancora chi pensa a noi – a quelli di noi che più raramente di una volta si spingono fin qui, magari nei weekend – come alla gente che arriva attratta dal vino). Siamo i fruitori ideali della campagna, invece, a prescindere dal vino, che pure è un formidabile dono di queste vigne.
Ma il senso di liberazione che provi, se vai a camminare sfidando la stagione, è incomparabile, e tra i regali per i tuoi occhi (e per gli occhi della mente), c’è la sorpresa dei colori che in altre stagioni sono scontati e che ora invece riescono a sorprenderti.

Se poi hai anche l’abitudine di informarti – leggendo i giornali, guardando e ascoltando gli altri media – la campagna può diventare un rifugio. Così accade in questi giorni in cui la politica offre il suo peggio (anzi, il peggio del peggio sperimentato finora!), senza alcun riguardo per il buon senso (di chi ancora non lo ha perso), o per l’intelligenza non ancora sopraffatta dalla nausea.

Se vai a camminare puoi fare degli incontri piacevoli, magari con una pietra che, con la sua storia a colori, riesce a farti dimenticare l’ineleganza e la bruttezza degli uomini del “Palazzo”, di qualsiasi colore essi siano, con la loro insipienza e le loro ipocrisie di vanitosi.

 

3 pensieri su “La Stagione dei Colori

  1. Stai scivolando verso riflessioni da Memorie di Adriano, amica mia. Noi rurali nativi viviamo il sonno di Flora con minore melanconia.

    • Magari potessi raggiungere la ragazza Marguerite… Ma più che malinconica, sono sgomenta dall’immenso pacciugo della politica; inoltre permettimi di osservare che Flora è più insonne di quanto possa apparire…

  2. Grazie,Silvana…mi riconosco molto in ciò che hai scritto…compresa la nausea per il “can can” osceno dei “nostri”politici,..Un saluto

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