Tutti i Colori di un’Albicocca

Tra le gioie della campagna, può esserci il buon cibo. Scrivo “può”, perché non necessariamente tutti lo cercano, lo offrono, lo sanno preparare. La confettura di albicocche (non è in vendita) di cui parlo è frutto di una serie di combinazioni felici.

Ho sempre amato la parola spagnola per albicocca – “albaricote” – perché col suo suono riesce a darmi l’idea del sapore di un frutto tra i miei preferiti (e di un colore che dice tutto il bene del mondo).

Amo l’albicocco di Fonterenza – piantato da noi, poche decine d’anni orsono -; un albero avaro, come spesso sono gli albicocchi, che sembra seguire un suo pensiero segreto.

Quest’anno si è esibito alla grande con una super produzione: tanti frutti, di taglia media, tutti sanissimi (e mai neanche un trattamento, da quando è stato piantato!). Le ragazze di Fonterenza ne hanno raccolto una cassetta e l’hanno portata a Luca – il giovane chef de Il Leccio – che ha fatto la sua parte preparando una confettura che poi userà per i suoi dolci ‘hand made’, che propone a clienti ed amici.

(Se capitate al bar, nella piazza di Sant’Angelo, di primo mattino, Luca o il suo babbo vi proporranno, insieme al cappuccino regolamentare, una fetta di una torta “della sera prima”).

Ecco la breve storia di questa confettura – dall’albero alla fetta di pane su cui è stata spalmata, da Luca – in una mattina di giugno, seduti sotto gli ombrelloni, nella piazza di Sant’Angelo in Colle, con una lieve brezza fresca che induceva alla lettura, davanti a una tazzina di caffè. Filiera breve=storia corta.

Que vivan los albaricotes 

4 pensieri su “Tutti i Colori di un’Albicocca

  1. …mamma mia,Silvana!…come t’invidio…per le tue albicocche!…E vorrei davvero riuscire a venire nella piazzetta di Sant’ Angelo x gustarmi un buon caffè con la preziosa torta…Purtroppo sono molto amareggiata per il mio albicocco…che era partito bene,quest’anno…con tanti frutti..ma non so cosa è successo…Sono rimasti piccoli,e le foglie sono come “svenute”…Ho chiesto consiglio anche ad Andrea,che ancora non si è pronunciato…Ho tanta paura che stia seccando…L’aveva piantato mio nonno,tanti anni fa,forse oltre 40….ed aveva una sua personalità “segreta” come dici bene tu…che cercavo di “studiare”e capire….Non gli ho mai dato nulla…solo annaffiato ,ogni tanto…Mi rattrista molto vederlo cosi’…Era una presenza importante nel mio piccolo orto..ora è solo un “vecchio” testimone di un tempo che fu…di ricordi,forse sciocchi..e inutili attaccamenti affettivi.Non dimenticherò il sapore dei suoi frutti. Ma quanta tristezza nel mio cuore!.Spero ancora in un miracolo….un saluto

    • Proprio avant’ieri ho visto – qui a Sant’Angelo in Colle – un altro albicocco ‘svenuto’, come tu dice. Le piante hanno sete, esattamente come noi. A sera hanno tutte le foglie moscissime e accartocciate. Però, bisogna anche mettere in conto che – come noi – anche le piante hanno un ciclo di vita a termine. Non siamo tutti sequoie! (Ma aspettiamo il pronunciamento del buon Andrea).

      • Grazie Silvana…Da qualche sera lo bagno tutto…a mo’ di doccia,per tutto il tronco….Non so ancora con quale esito…Per l’età,al Cascina Rosa di Milano,mi avevano detto che possono vivere anche oltre i cent’anni….ed ho pensato che il mio era un “giovanotto”!!!…Non so…Speravo durasse almeno altri 10 anni….Vediamo. Andrea mi ha detto ,in modo ermetico,di dargli trattamento di rame e zolfo…Attendo da lui ,altre delucidazioni…N.B.Anch’io amo molto le albicocche…ma non le compravo più da quando avevo assaggiato le mie…che purtroppo ultimamente,si son fatte sospirare…Un saluto Elisabetta

        • …riguardo le tue foto,con l’arancio prepotente fra il verde delle belle foglie….che meraviglia!…Quelle del mio albicocco sono inguardabili…Buona Domenica..

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