Sovversivo e Pericoloso

Esco all’alba e lo incontro, di nuovo. E’ già la seconda volta a distanza di parecchi giorni; perciò nonostante l’aria mite e la pelliccia candida deve essere uno che nel wilderness se la cava benissimo. Oppure è una volpe travestita…e questa volta, non solo si lascia fotografare ma mi corre incontro, spiazzandomi un po’ e facendomi supporre che sia davvero un travestimento. Per (mia) fortuna le sue dimensioni sono contenute, altrimenti me la darei a gambe – proprio come uno dei   “capitani coraggiosi” raccontati nell’omonimo libro (subito ritirato dalla circolazione) – scritto secoli fa da Marco Borsa – un bravo giornalista che non c’è più e che è anche stato fondatore di “Espansione” -. A pranzo, ore dopo, conosco un greco; un greco inedito che lavora a Londra, in una banca d’affari. Mi conferma che un coniglio che incontri al limitare di un luogo aperto e selvatico non può essere bianco; tanto meno puoi incontrarlo una seconda volta, perché la volpe (o a scelta qualche altro feroce animale) l’avrebbe fatto fuori.  Ancora meno plausibile che un coniglio bianco, appena conosciuto   in situazione così precaria, si metta a correrti incontro. Ci dev’essere sotto qualche inghippo. Probabilmente non si tratta di un coniglio, ma di un pericoloso sovversivo, travestito per l’occasione.

21 pensieri su “Sovversivo e Pericoloso

  1. …è bellissimo!…tanto raro da sembrar addomesticato,se ti è corso incontro….Forse l’ha perso qlkuno….un saluto

    • E’ la seconda volta che lo incontro; credo che abbia un orario preciso in cui esce a fare un giretto. Qualcuno mi ha detto che c’è addirittura una famigliola di conigli bianchi, lì dove passo camminando al mattino presto. Quello che lascia stupiti – in quel luogo ho incontrato spesso animali (volpi, lepri, caprioli, cinghiali, istrici,..) – è la nonchalance con cui si aggira, come se fosse a casa propria. Quando lo incontrerò (spero) te lo saluterò.

    • Questo paese, sia con la minuscola – alludendo a Montalcino e il suo territorio – sia con la lettera maiuscola ha tanto da offrire: sia agli abitanti che al resto del mondo; quelli che stanno fuori dal recinto lo sanno ancora meglio di quelli che nei luoghi ci vivono…
      Quanto ai coniglioli, ce n’ho un altro da cavare dal cilindro: enorme e potrebbe essere proprio un parente di quello di Alice (non è che gli ha già parlato, eh?).

  2. …Grazie!…gentilissima…quanto vorrei esserci,x vedere gli animali del bosco…!!…Vorrei poter vivere in campagna…senza troppe case intorno…Un saluto

  3. …mamma mia,Silvana…m’incuriosisci….le tue foto sono molto poetiche,e proprio belle!…io,purtroppo,non ho più una macchina fotografica…Ne usavo una ,di mio babbo,degli anni ’50,di marca tedesca,con un sistema di lenti strepitosa!…Venivano delle foto con una nitidezza particolare…Mi cadde e si era bloccata…Mio babbo la dette a un suo “amico” fotografo,x ripararla…Passato un anno,senza avere notizie,domandai al tipo,che dopo tanti tentennamenti ,rimandi e contraddizioni ,ci disse che gliel’avevano RUBATA !!!!!..Volevo denunciarlo,ma mio babbo offesissimo e stolto,non ne volle fare di nulla…sbraitò soltanto. X me,quella macchina era anche un ricordo affettivo di lui,…ora ho solo la custodia in pelle vuota…Simpatici,gli “amici”,vero?un saluto

    • Caspita un amico che si è adeguato allo stile italico.
      Pensa che mi capita di acquistare le pere (o le mele) e il tizio, insieme alle pere o mele, pesa anche le sue manone, con le quali preme le frutta sul piatto della bilancia….
      L’altro sistema èquello di ‘lanciare’ la merce da pesare…
      Poi c’è quello a cui consegni – appunto – una macchina di pregio (Leica?) e te la ruba “a sua insaputa”; poi ci facciamo meraviglie per gli “onorevoli” ladri!

  4. Fuori casa io incontro da tanti anni un rospo, marrone verdastro, bitorzoloso e grosso come una padella. Mi guarda e non si smuove manco di un millimetro, sublimemente indifferente. L’ho battezzato Aristodemo. Io fuori casa saluto il rospone, e tu un bel coniglietto dolce e bianco; ci sarà mica un significato profondo?

  5. …Credo anch’io che ci sia un significato,Sig.Cinelli (se la prende se ometto il “Colombini”? )….Che sia uscito anche lui da una Fiaba? ….Cmque sia,son “presenze” naturali che rallegrano…E il suo “amico” è ,a quanto dice, un fedele visitatore da tanti anni…Magari non provi a baciarlo…Un saluto

    • No, Aristodemo mi è simpatico ma è uscito dallo scolo dell’acqua, non da una fiaba. E no, non me la prendo se omette quel che vuole; personalmente ho sempre pensato che non sono così snob da cambiare un cognome lungo solo per evitare che la gente si faccia idee assurde su di me, per cui me lo tengo così come è.

      • Sig.Stefano,fa bene a tenere il suo cognome cosi’ com’è.E’ la sua storia,personale e non…Forse gravosa e impegnativa ma certamente da rispettare…come quella di chiunque,anche se certamente semplice e anonima ai più.Un saluto anche al “suo”Aristodemo,dal nome impegnativo anche lui…Elisabetta

        • …Ripensavo in questi gg,al suo Aristodemo , Signor Stefano (..permette?) Ha mai pensato di “onorarlo” effigiandolo in un etichetta dei suoi prestigiosi vini? Parlo seriamente,e non voglio esser irriverente,mi creda,nei suoi confronti. Sono totalmente incompetente e fuori davvero dal mondo vinicolo,ma ho notato frequentemente quanto sono scontate,ripetitive e noiose le etichette dei vini ,anche piuttosto prestigiosi….Capisco la Storia,la Tradizione.,i Simboli,la Casata …etc.che vanno rispettati….ma xkè non caratterizzarne alcuni con qlkosa di completamente “fuori” da ogni regola..rispettando il buon gusto dell’immagine ma usando qlkosa ,come Aristodemo,che è cmque un’espressione simpatica,inconsueta ,ironica (ed evocatrice di tanto altro) del territorio…Il mio è solo una considerazione da profana…che ama gli animali..Se poi avesse bisogno di un bel disegno,mi candido!….Un saluto e buona domenica a tutti Elisabetta

  6. ..Cara Silvana,anche con me hanno sperimentato il “lancio”della merce…Fin da giovane mi scambiano immancabilmente x straniera,e poi immaginare gli “strafalcioni”che combinano i miei stessi concittadini,e non….Mi è capitato di voler comprare della rucola e di vedermi vendere x tale ,della modesta insalata,convinti che fossi proprio deficiente!!!…o di comprare un bel panino imbottito,fra quelli succulenti esposti in vetrina in un bar,e arrivare a lavoro,nella pausa pranzo, e constatare che il panino era praticamente vuoto,con solo una tristissima fettina di pomodoro e un fogliolina ,mezza svenuta ,d’insalata!!!!…é una vergogna!…la mattina dopo son tornata dal perfido barista pretendendo giustizia, e l’ho umiliato…E non mi ha rivisto!…

    • Ah ma questa è l’italietta odierna, dove il più bravo è quello che frega di più gli altri: purtroppo non si tratta tanto di una ‘china da risalire’, ma di una strada tutta da inaugurare!

  7. …non era una Leica…, ma un nome simile a “Heineken”..che mio babbo,patito di foto,aveva comprato a fine anni ’50,…Funzionava benissimo….Forse era x collezionisti,non so se di pregio,ma certamente non era comune vederne in giro..”.L’amico” viscidone, è stato meschino…Io avrei preteso almeno perquisirgli casa e garage,giacchè sosteneva ,in principio,che l’aveva forse persa da qlke parte,…o al limite un’altra macchina sostitutiva!…Mio babbo ,offesissimo, ha rifiutato qlsiasi cosa e io son rimasta a “piedi”!!!….

    • …La macchina fotografica era una Voigtlander, fondata a Vienna nel lontano 1756,che inizialmente si occupava di strumenti ottici…(..da qui la splendida combinazione delle lenti..) Nel 1982 è collassata ed è stata rilevata da gruppo tedesco…Un saluto,sul far “appiccicoso”della sera….

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