Uno dei tesori custoditi dal piccolo paese è racchiuso tra le vecchie mura irregolari della chiesa parrocchiale. Ancora Monti non ha pensato di creare una tassa ad hoc, eppure questo è un lusso! Ed è un lusso senza consumismo, è un’oasi di pace, una pausa nelle preoccupazioni che incalzano: è davvero terapeutico. L’orto ha una regina: l’unica al mondo che non regna, ma governa – con lavoro e fatica quotidiani – e mantiene vivo questo piccolo regno che restituisce energia al paese, come un cuore che pulsa.
Ogni paese dovrebbe avere un cuore segreto come questo; alcune grandi metropoli hanno riscoperto gli orti, non per consumismo ma per amore della terra e dell’energia che diventa nutrimento anche virtuale.
…liberiamole, ste gallinelle! buona PASQUA A TUTTI!
…ma fanno delle uova che quelli che “liberalizzano” se le sognano…
…intendevo fuori dalle rete che le carcera, mica nelle mani della Goldmann Sachs!…quanto alle uova buone, mai come quelle mie, son certa…
Eh no! queste non producono uova, queste “fanno l’ova”, che come si sa, è meglio!
Dalle mie parti invece nel più puro liberismo sfrenato è stata privatizzata anche quella.
Hanno privatizzato cosa, dalle tue parti?
Hanno privatizzato oltre che l’orto anche la chiesa….
I “nuovi padroni”, caro Andrea sono nuovi anche nelle loro trovate!
Nello stesso spirito con cui si potrebbe comprare la prefettura…… tanto per averla e dire è mia…
O dove l’hai trovata una calla azzurra? Gli ortaggi sono così belli che fanno invidia, nel nostro orto una punta mangiata da qualche animalaccio c’é sempre.
La calla è bianca; la mia macchina fotografica ‘interpreta’, e io le lascio fare. Ma l’orto è davvero – nella sua piccolezza – un’oasi di serenità!
“Se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo.”
Kahlil Gibran
17 aprile – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE LOTTE CONTADINE – Così è nata questa pagina: In questi giorni di giugno 2009 in Perù le comunità contadine hanno ottenuto una storica vittoria: il Congresso (Parlamento) ha sancito il loro diritto al possesso della terra contro gli espropri e le privatizazioni. Nell’estate del 1919 dal Lazio partì l’occupazione delle terre estesa poi al Mezzogiorno contro il latifondo. Nel 1949 dalla Calabria e dal Lazio altre lotte imposero la riforma agraria. Per non dimenticare tutto ciò e coloro che ne furono protagonisti: contadini, contadine, artisti, sindacalisti, preti, e tutti coloro che interpretarono il movimento, in Italia e in altri paesi. Ritagliamo cronache, registriamo testimonianze e canzoni, recuperiamo fotografie, disegni, poesie. Eric J, Hobsbawm nel 1964 si stupì che le lotte dei contadini delle Ande assomigliavano a quelle della Calabria, vittime come loro di soprusi e di espropri. Ieri come oggi, “nostra patria è il mondo intero, nostra legge è libertà” e la nostra ricerca non si ferma alle frontiere: oggi il Perù, ieri l’India e la Cina o il Mexico o il Brasile, sempre l’Africa nel nostro cuore.
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da pagina FB: Memorie contadine e società rurali
L’orto, che, nella società opulenta da cui stiamo uscendo, è (era) considerato una specie di recupero delle origini radical chic, oppure semplicemente un modo per mangiare meglio (cioè cibo più saporito), ora diventa anche sussistenza. Anzi sta diventando vera e propria sussistenza, tra chi ha l’energia per impugnare una zappa e una conoscenza dei ‘basic’ agricoli.
Insomma, invece di impugnare un fucile, ora la rivoluzione si fa impugnando una zappa. Per questo gli orti verranno pesantemente tassati dal regime, insieme a tutto ciò che può (ancora) addolcire o anche solo mitigare l’economia domestica e la vita.
Ma ovviamente è tutta fantasia! (Una tassa sulla fantasia, dunque?).
Mi scuso: un recupero radical chic delle origini. Così va inteso l’intervento di cui sopra.