Poliedro di Keplero Poinsot

Non so come si fa, ma vorrei trasferire sul mio blog una pagina di Wikipedia.
Perché stamattina mi è venuta in mente un’immagine – scrivendo del Brunello di Montalcino su un blog -, quella del poliedro, un’idea che baluginava da tempo nel mio retro-cranio, perché è quella che sintetizza con maggiore immediatezza una realtà sfaccettata, le cui faccette possono anche avere dimensioni diverse (v.Icosidodecaedro), ma hanno anche (o soprattutto) un’altra qualità, quella di riflettere la luce in tanti modi diversi, facendo altrettanto diversamente ‘cantare’ la stessa identica materia di cui esse sono fatte. Sicché il “poliedro”, che è tale proprio in quanto fatto in quel particolarissimo modo, brilla della luminosità che gli viene conferita dalle faccette nel loro insieme.
Poi, guardando questa foto di Sant’Angelo in Colle, mi è venuto da immaginare che ne potrei scrivere come di un “Piccolo Dodecaedro Stellato” , altrimenti detto Poliedro di Keplero Poinsot. La luce di quel giorno me lo ricorda.
(NB:In matematica, e in particolare in geometria solida e in teoria dei grafi, un poliedro è un solido delimitato da un numero finito di facce piane poligonali. Fra i poliedri più complessi occupano un ruolo centrale i cinque solidi platonici, noti fin dall’antica Grecia.)

Il termine poliedro, infine, deriva dal greco πολύεδρον (πολύς, polys = “molti” e ἔδρον, édron = “faccia”).  

2 pensieri su “Poliedro di Keplero Poinsot

    • E’ (confesso) difficile ripercorrere i sentimenti che mi hanno ispirato questo post. Ma il paesello, sotto ghiaccio, rifletteva la luce dando un’idea ‘poliedrica’ di sé. Non so se mi sono spiegata…no? vabbé ci ho provato!

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