Vado all’Ufficio Postale e chiedo dodici francobolli. Strano, ma vero, l’impiegato si mette a sfogliare un faldone – ogni pagina girata appaiono francobolli diversi – indugia, mi guarda, poi volta ancora una pagina e ne estrae dei foglietti grandicelli. Me li sottopone insieme a un tubo di colla: “ognuno ha tre francobolli, per favore li incolli lei, però!” Così scopro una chicchina a me sconosciuta: un triplo francobollo (senza colla) dei Centocinquant’anni d’Italia, “Fatti d’Arme”, riportanti tre battaglie – Isonzo, Bezzecca e Porta Pia – documentati da dipinti di sapore vagamente romantico. Bellissimi, soprattutto commoventi; soprattutto in questi giorni di coda bassa, orecchie basse, di vergogna nazionale e internazionale.
Ne ho comprati più di quanti me ne sarebbero serviti, per ricordo; ricordo di un paese disseminato di idioti, di raccomandati, di mafiosi, di cocainomani da strapazzo, di sgrammaticati incolti, di politici e amministratori indegni, di personaggi più o meno noti che sarebbero presentabili se non si sapesse che sono ‘inviati speciali’ di altri … Eppure questa disseminazione, in cui non puoi fare a meno di inciampare di continuo, non riesce a cancellare bellezza, genio, capacità, dedizione, affidabilità, solidarietà e ancora bellezza: così tanta bellezza che neppure la massa critica costituita dalle troppe vergogne nazionali riesce a cancellare del tutto.
Unica, magra e – ammetto – inutile compensazione di questo orrore è il sospetto che da altrove, si guardi a noi come a qualcosa di cui bisogna assolutamente impadronirsi. Questa è, almeno in questo momento, la sensazione che provo.
Altro giro del mondo fatto con il nostro cialtronaggio e la nostra arrogante viltà con il caso dell’Isola del Giglio.
Il comandante della nave da crociera?
“Non c’ero, e se c’ero dormivo e poi appena sveglio aspettavo passasse una tazzuriella de cafè”
Eppure se solo ci fosse il modo di mettere in risalto le capacità e le qualità, qui ci sarebbero le forze e le idee per fare tante e tante cose.
sentita la telefonata – oramai diventata mitica – mi sono fatta l’idea che quel comandante fosse sotto l’effetto di qualche sostanza, non so quale e non so immaginare. Ma era troppo stranito, più stranito dei suoi passeggeri che hanno visto la morte in faccia.
Mentre questo paese sarebbe anche ricco di altri uomini, con straordinarie qualità, ma risaltano i peggiori…
Mi spiace, ma è propriovero, risaltano sempre i peggiori, almeno da noi….ieri sera, passata mezzanotte, ho visto l’intervista al vice sindaco del Giglio, semplice, modesto, bellissimo uomo, il che non guasta, che raccontava come lui fosse salito sulla nave e avesse ” dato una mano ” a organizzare sbarchi e soccorsi, con un uffiaciale, tal Simone, unico graduato che lui in più di due ore avesse visto a bordo. I due poi alla fine fecero anche due volte il giro della nave per cercare qualcuno rimasto indietro.. Senza commento!!!!! non ho visto questa storia riportata da nessun quotidiano e, se è vera, come credo, è un meraviglioso esempio del senso del dovere civico, che credevo ormai perduto. Come facciamo a far emergere questa storia, che tanto insegnerebbe a tutti???? e magari farebbe vergognare qualcuno????
Facciamo così, parlandone e dandole spazio! magari qualcuno legge e riporta; nel frattempo, io sono in contatto con albergatore del Giglio – richiamato, come tutti gli altri, dal comune che ha fatto riaprire tutte le strutture ricettive – appena torna, gliela riporto…
“Nei naufragi si incontrano sempre persone che hanno il coraggio civile e morale di aiutare gli altri. Sono degli eroi, magari per caso, e non diventeranno famosi.” Bjorn Larsson
Sì: succedono cose impreviste nei frangenti più pericolosi; cose che possono cambiare il destino delle persone. Come scrive l’amico Murakami H., “il futuro è imperscrutabile: nessuno di noi può essere certo di ciò che accadrà domani”. Sembra solo banale, ma è “terribilmente” banale.
…confesso, su Murakami ho mollato il colpo, troppo nipponicamente prolisso per me (e persino per la mia insonnia)…
Io invece procedo, ma per la prima volta a blocchi temporali (nel frattempo ho letto altri libri. Ma lui è decisamente avveniristico.
..aah, Fonterenza mon amour…
Proprio così: ton amour: preparati, senza replicare qui, ovviamente.
…noi fonterenzisti della prim’ora siam sempre pronti, baby…
Romanticoni…