Campagna di Sviluppo

È arrivata come un falco che piomba su un cucciolo che muove i primi passi, come il morbillo quando stai partendo per le vacanze, come un lastrone ghiacciato sotto uno strato di neve perfetta: è l’ordinanza che dice di togliere di mezzo tutti i tavolini, le sedie e le fioriere di bar e ristoranti; insomma tutto ciò che rende piacevole e accogliente ( e possibile) lo stare fuori, in questo autunno soleggiato, e chiacchierare, osservare lo struscio, bere un caffè (o un bicchiere di Rosso!). Un’ordinanza del sindaco di Montalcino che ha spogliato strade, piazze e angoli fioriti, lasciando molti punti interrogativi sulle ragioni di una scelta così ardita. Fra i troppi commenti irriferibili, si può citare lo straniamento negli occhi di un visitatore che chiedeva l’altro ieri “dov’è un ristorante in cui mangiare all’aperto, con questo bel sole!?”

17 pensieri su “Campagna di Sviluppo

    • Onestamente, caro Andrea, non so. Forse lo spirito di uno dei due si è impossessato di quello che mi pare(va) una persona normale, una brava persona, un po’ semplice, ma per bene.
      Ma sono l’ultima a porsi questa domanda; puoi immaginare lo sconforto e la rabbia di quelli che con “la bottega” – che sia un ristorante, una trattoria o un bar – ci devono campare.
      Sì perché ci sarà una ragione (che non è stata però spiegata, o spiegata bene), ma i tempi che stanno trascorrendo non sono tempi qualsiasi, e se altrimenti si poteva sparare qualche battuta su “i ricchi bottegai”, ora mi pare che sarebbe il momento di pensare e di dire: “signori rimbocchiamoci le maniche, tutti quanti insieme”; aggiungi che qui a Montalcino nel prossimo semestre ci saranno le elezioni! Tutto è davvero un po’ strano.

  1. Non so quali considerazioni abbiano ispirato lo sgombero di tutte le fioriere e degli arbusti in vaso dal corso di Montalcino e, tempo fa, quello delle piante davanti a S.Agostino. Sono operazioni abbastanza singolari, ovunque si cerca di aumentare il decoro verde urbano e non certo di eliminarlo. Mah, a me il corso così spoglio dà una gran tristezza, l’inverno svuota il paese e senza neppure le piante tutto sembra ancora più abbandonato. .

    • Non lo so nemmeno io, quale sia il pensiero, dietro questa mise medievale.
      Da architetto mancato confesso che mi ‘restituisce il paese’ nella sua veste più austera (e chiusa), ma a tutti, credo, farebbe piacere una certa vivacità, la sensazione che si possano scambiare parole e opinioni, davanti a un bicchiere o a una tazzina, sotto il solicello tiepido, che allontana gli umori cupi di questa stagione difficile.
      Per primi agli abitanti, immagino (ma chissà i turisti!). Da abitante residente a Sant’Angelo in Colle – luogo meraviglioso, dove se mi capiterà un accidente d’inverno in una viuzza, passeranno giorni prima che qualcuno sottragga il mio cadavere ai gatti (mici) – la piazza vuota e deserta mi fa un effetto strano, come se fosse in vendita… un po’ l’emblema del paese, preda di animali ben più feroci dei gattoni nostrali.
      Non sono un ristoratore, né ho bar, ma se lo fossi sarei in attesa di un segnale, una spiega, qualcosa: le elezioni imminenti rendono ancora più stravagante (in apparenza, almeno) questa decisione.

        • La prendo per una domanda letteraria (e non letterale, altrimenti ci sono sanzioni a tutto spiano; bene il punto di domanda). Comunque la risposta è un “no” secco, e non perché non posso fare altrimenti, ma perché questo è un fatto davvero inspiegabile; magari – come per lo spread e il default – un giorno capiremo, ma perché – ripeto quello che ho già scritto – è una persona normalissima, piuttosto semplice, e di certo una persona per bene. Appena lo incontro gli chiedo come mai, quale strano sogno ha fatto, quale obiettivo cerca di cogliere…

  2. Nonostante questo novembre incantato, poche persone in giro e il piacere di godersi una pasta al sugo e un bicchiere di vino in un tavolo all’esterno baciato dal sole è una di quelle cose banali, semplici, ma che riconciliano con la vita se non vengono fatte pagare 50 € al piatto eprchè si è a Montalcino.
    Stona se i tavoli occupano tutta la via e non si può passare, e qui un Sindaco amante del posto dove esercita deve intervenire, ma nel attesa dell’arrivo dei rigori dell’inverno togliere quel minimo di allegoria e colore rompi tratto delle piante pare cosa assurda.
    D’inverno i nostri meravigliosi posti sono vuoti e silenziosi più del normale, un gesto di attenzione, un fiore, un cantuccio di verde accanto una panchina sono impagabili per chi vuole bene a una persona e vuole starle accanto dieci minuti facendo le lucertole al sole.
    Sindaco, un faccia bischerate, rirompa il tratto della monotonia con un poco di verde e di panzè………… forse la rieleggono.

    • Eh sì. Sì, ma il sindaco in carica (mi) ha detto fuori dai denti che lui va in pensione e mi pare di aver capito (anzi me l’ha detto chiaramente) che non si ricandida: staremo a vedere. Intanto, se ci lasciasse bere il caffè leggendo il giornale al sole, non sarebbe ,male.

  3. Magari dietro questa decisione illogica si cela qualche cavillo o codicillo a cui il Sindaco con sublime celerità burocratica ha voluto porre in essere la sua decisione applicando la normativa in sinergia con qualche protocollo d’intesa.
    Fra burocrazia da una parte e politica dall’altra il buon senso non cresce nel mezzo.

  4. Non nho idea alcuna, in merito. Ma forse è solo “una botta di vita” al contrario. Ieri sera ho fatto un giro a Montalcino e non era malaccio: sembrava di essere ritornati agli anni settanta: erano le sei di sera e non c’era nessuno in giro… forse è una prefigurazione del prossimo medioevo che ci attende.

  5. Io credo che sia in corso una specie di campagna acquisti, ma non ho ancora capito bene come funziona… credo però che il chianti abbia ‘pagato’ caro ciò che è successo al suo disciplinare; ma mi sa che nonostante le evidenze molti non abbiano ancora capito …
    Ma il mediovo è in agguato, a dispetto delle taeriffe del brunello!

  6. C’entrerà il fatto che ci sono una infinità di aziende agrarie in vendita e che non vuole comprare nessuno, qui nel Chianti?
    I prezzi sono assurdissimi, una casa colonica derubata del suo essere casa colonica con piscina, tettoia, altra costruzione accanto e un poco di abusivismo per il tutto, vorrebbero ben tre milioni e mezzo più un ettaro di oliveto abbandonato.
    Mentre una azienda agraria avviatissima, di gran nome, conosciutissima in tutte le guide stelle e bicchieri, cantina nuova, casa colonica come deve essere con tanto di colombaia, vigna di una decina di ettari ecc. ecc. vogliono 2.2 milioni…
    Tanti altri casi del genere, hai un’idea su questo Silvana?

    • Più che idee, ho sensazioni e confesso che sono poco chiare. Quando capiremo che cosa c’è dietro, sotto, dentro e sopra questi strani giorni, diremo “ah certo!, come mai non l’avevo capito?”.
      E sono convinta che l’Italia al suo meglio sia in svendita, e che ci sarà pure uno scrollone per far mollare anche quelli che hanno le mani ferme sul proprio.
      Lo scrivo per scaramanzia, ma la sensazione che ho è di un ritorno alle modestissime condizioni degli anni cinquanta, per la maggior parte della popolazione e di una crescita dei privilegi per una piccolissima parte di essa. Tutti camerieri di nuovi (più esigenti e meno democratici) padrini …. pardon, padroni.
      Che c’entra col Chianti? C’entra. A Montalcino ho sentito dire che sarebbe arrivato Soros…. che c’entra? C’entra, fino a prova contraria.

  7. Magari è tutto più facile di quel che sembra, un abile gioco di monopoli messo a punto in qualche bottega che conta, per una delle più colossali speculazioni mai messe in piedi nella storia.
    A quel punto democrazia, diritti, e altre bazzecole del genere diverrebbero solo gentili conscessioni una tantum della cupola.
    Senza farsi venire dele patologie, ma stiamo con gli occhi aperti tutti…

  8. Ho proprio parlato un momento fa con un consigliere comunale, esprimendo chiaramente il mio pensiero, per quello che serve. E anche aggiungendo che scelte e decisioni sono più convincenti se decise da una giunta che non deve essere la stessa da decenni (sindaco a parte), e, soprattutto, deve essere una giunta che governa, con un’opposizione che si oppone e discute. L’Italia degli inciuci osceni e delle convenienze spalmate (un po’ a te un po’ a me) fa venire voglia di fare la rivoluzione. Quella vera.

  9. temo che dietro al crollo di tanti prezzi non ci sia nessun progetto diabolico, la quantità di operatori, di capitali e di stati coivolti è talmente enorme che è assurdo pensare ad una Spectre centralizzata. Il guaio è che tutti noi siamo nati e cresciuti un un piccolo occidente che aveva tutto, e ora la torta va divisa con miliardi di cinesi, indiani, brasiliani e via contando; sono arrivati i commensali in più e si allunga il brodo. A loro luccicano gli occhi (come a noi quarant’anni fa) e a noi tocca rinunciare a tante cose che ormai davamo per scontate. E qui arrivo al prezzo del Chianti; chi ha avuto la possibilità (e la volontà) di fare una scelta di unicità può ancora venire premiato, chi fa beni che si possono realizzare ovunque si becchera la concorrenza degli analoghi prodotti cileni e domani cinesi. Potrà continuare ad esistere con i costi di produzione italiani? Così il prezzo di una fattoria, che è un impianto produttivo, crolla. Mentre un casale in un luogo di bellezza unica per le ferie di un ricco di Pechino o di Calcutta può pure aumentare di prezzo, anche a livelli per noi irrazionali e impossibili. E’ tristissimo, però queste sono le regole del mondo che sta arrivando.

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