Ieri sposi, a Firenze

Tutto perfetto, a cominciare dalla giornata: ventilata, col sole che disegnava nitide le pietre di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria. Signore eleganti, signori commossi; la sala rossa dei matrimoni ispira un sentimento quasi religioso, conferendo al matrimonio civile una sacralità inattesa. Si sposano presto, gli amici, perché c’è uno stand by pazzesco di giapponesi che vengono a sposarsi a Firenze (che è, indubbiamente, chic) e l’ora, arrivando dalla campagna, richiede un caffè che risarcirà le emozioni e la levataccia. Da Rivoire il caffè è perfetto e il cameriere spiritoso e gentile. Ci tornerò, per ricordare gli amici e il giorno bello. Ci torno, ma non in taxi. Quello che mi riporta indietro, all’auto lasciata al limite della città, guida lemme dietro a un ciclista, parlando al cellulare e quando smette, alza il volume dell’autoradio per sentirsi meglio. L’abbassa quando deve dirmi “diciassette euro e dieci”.

14 pensieri su “Ieri sposi, a Firenze

  1. Gli sposi, per cui ho fatto una corsona fino a Firenze, praticamente all’alba, sono una coppia – lui è fiorentino – che risiede in Paraguay (da cui l’osservazione del celebrante:” ..venite da un paese che ha il nome giusto, per questo momento difficile, …”). Lui è un amico di vecchia data, alle sue seconde nozze (73 anni), piuttosto commosso; lei è sudamericana e innamorata di Firenze.
    Mi hanno lasciato nella testa un’impressione di appagamento per la scelta di sposarsi, per me inedita.
    Ma dietro la mia partecipazione alla cerimonia c’è una storia legata a un carissimo amico – senese – che se ne è andato l’altro ieri: non voglio annoiarvi!

  2. …ma il taxista mi ha fatto capire molto bene che la maggior parte della gente non sa più che cosa vuol dire lavorare (in una città ad alto tasso di turisti).

  3. Grazie Silvana!!! Sei stata molto carina di fare la corsa per assistere al nostro matrimonio. Ci vedremo presto a Montalcino a bere il tuo vino e rengraziarti di persona

    Liliana e Andrea

    • Allora approfitto del vostro commento per farvi i miei “blogauguri” e per dirvi che il vostro matrimonio mi ha regalato un’esperienza ‘sentimentale’ inedita. Un abbraccio

  4. Il bar è il mitico Rivoire, che credo sia un ‘classico fiorentino’, e era pieno; la signora è bellissima e l’ho conosciuta lì; il similtarantini (è verissimo gli somiglia in modo impressionante) è uno che subito dopo è sparito (forse, alla tarantini, si era imbucato per l’aperitivo).

  5. Oh Pagliantini, scopro in te una vena da antropologo, o da entomologo che mi lascia secca. Devo però confessarti che questo matrimonio – che mi è particolarmente caro, perché racchiude in sé vite e destini diversi (oltre ai miei miserrimi) – mi ha resuscitato dentro emozioni che ho definito ‘inedite’.
    Proprio io, che non ho mai amato i matrimoni (soprattutto il mio!) ne ho come capito il senso, che mi è arrivato sul filo del sorriso dello sposo. Mah!
    ps: non conosco quel signore lì, però ho girato uno spot con entrambi i fratelli Taviani, un secolo fa, in città.

  6. Però dopo un attento esame mattutino il signore fratello Taviani assomiglia parecchio anche all’ex governatore della banca d’Italia Antonio Fazio……
    E sono stato un poco parecchio villico a non aver fatto gli auguri migliori ai freschi sposini.

  7. Caro Andrea, non era Fazio (quel Fazio che tu evochi, e nemmeno un altro). E credo che tu sia rimasto ‘appeso’ a questo post per via della signora in primo piano nell’ultima foto, Gli auguri agli sposi saranno mica un pretesto?!

  8. No, figurati, gli auguri sono saggiamente propositivi a un loro buon matrimonio senza ricercarne altri privi di senso e di logica.
    Semmai sono molto fisionomista e mi ricordo volti a distanza di anni e anni, purtroppo i nomi mi rimangono nella zucca pochi secondi e riconosco la gente per dove l’ho vista e non come si chiama……. senilità si chiama la mia….

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