La Borsa e la Terra

Forse solo la tv – che non guardo, perciò non so – risparmia ai suoi utenti il mantra quotidiano sugli andamenti di borsa. Non la radio – fedelissima radiotre – nemmeno i quotidiani, seppure con accenti diversi. Comincio ad appassionarmi a questo tema che, giorno dopo giorno, si allontana dalla vita nostra e appare sempre di più per quello che mi pare sia: un grande complotto (di pochi individui) che vogliono impadronirsi del mondo e ridurre in schiavitù tutti gli esseri umani.
Stamattina uno che si definiva ‘operatore finanziario’ lo diceva, praticamente lo dichiarava con tranquillità, al giornalista che gli chiedeva lumi sulle cosiddette agenzie di rating, come se fosse normale che un’istituzione privata (l’agenzia di rating, appunto) – costituita dalle banche che usano i dati della stessa agenzia che esse hanno creato – che tiene sulla corda stati e cittadini; non più alcuni stati, ma gli Stati Uniti (oltre al nostro paese e agli altri compagni di tormento europei) e forse anche la Francia (le cui condizioni debitorie sono state dichiarate ‘sicure’, perciò possiamo essere quasi certi che verrà messa sotto schiaffo). Non so voi, ma io ho la sensazione che il cambiamento che ci aspetta – neanche troppo dietro l’angolo – sia enorme, fiabesco, ma nel senso dell’incubo. Un tempo si poteva pensare che il più grande cambiamento sarebbe avvenuto nel momento in cui la Cina avrebbe acquisito il dominio del mondo ex-occidentale, ora mi pare che una specie di Spectre stia assaltando il mondo intero e mi domando: chi sarà il James Bond che ci caverà d’impiccio?
Forse un eroe contadino? Uno che conosca tutti i segreti della terra e che li custodisca per un futuro in cui tornare a un’economia meno virtuale e più virtuosa, cioè meno Borsa e più terra.

7 pensieri su “La Borsa e la Terra

  1. Be’, cari amici, questo post è uscito senza che riuscissi a rimetterlo in italiano; spero in un ‘cocchettiano’ soccorso, quanto prima…
    Insufficiente in editing: non schiaccio i tasti giusti.
    Il senso però è quello giusto: troveremo un James Bond contadino che ci tiri fuori da quest’impiccio?

  2. …mah, cara Silvana, più che una spectre penso dobbiamo temere il potere globale nelle mani della finanza, ossia dei signori che sono esattamente l’opposto di chi abbia radici nella terra ed ai quali la tecnologia consente di spostare trilioni di dollari in un istante con un click, vendere persino le azioni che non possiedono che è un modernissimo, inquietante ossimoro. Poi venendo a noi ed alle proccupazioni patrie, mi permetto di citare qui di seguito un bel pezzo di Beppe Grillo (dal suo blog) che di solito non sposo, ma qualche volta ci vede proprio bene :

    Questa mattina mi sono svegliato con la bocca impastata e la testa pesante. Sono i sintomi di una giornata di disincanto e di pessimismo. L’umore gira come una pallina della roulette e ogni tanto si ferma su un numero sul quale non hai puntato. Oggi è uno di quei giorni. Ripenso a un film di anni fa, Papillon, quando Steve McQueen era un esempio irraggiungibile per un ragazzo. Papillon sogna. Cammina in un deserto. Dopo ore di marcia incontra un tribunale, approntato sulla sabbia, in tutto e per tutto uguale a quelli di città. I giudici lo guardano severi. Lo aspettavano. Il giudizio è il massimo della pena. Papillon chiede quale sia il reato che gli viene imputato. Non ricorda di aver fatto nulla, né di aver violato le leggi della Repubblica. Impossibile che sia ritenuto colpevole. Un giudice gli legge le motivazioni della sentenza. L’accusa è di aver sprecato la sua vita. Papillon allora abbassa lo sguardo, ammette la sua colpa, volta le spalle allo scranno del giudice e ritorna da dove era venuto. Quanti italiani si riconoscerebbero colpevoli? Il cuore di tenebra dell’Italia è questa malia, questa indifferenza che sconfina nel cinismo che non riesci a scuotere. Li ho visti troppe volte quegli occhi immobili, sbarrati che ti trapassano quando gli gridi in faccia il nostro fallimento come Nazione e quindi il loro. Quanti siete perdio? Cosa vi è successo? Cosa sognate quando viene la notte? Quali sono le vostre ambizioni per l’unica vita che mai avrete?
    Domani starò meglio. Ho bisogno di qualche sano momento di depressione profonda, mi aiuta a rimbalzare verso l’alto. Mi dà lo slancio. Ieri mi ha fermato la Polizia, mi ha chiesto il registrato dello spettacolo che ho tenuto a Fermo. Gli ho detto che non ho alcuna registrazione. Sono stati gentili, mi hanno accennato a denunce per un possibile vilipendio a Napolitano e mi hanno salutato. Napolitano… parlamentare nel 1953, l’anno della morte di Stalin. Il simbolo di un’Italia pietrificata.
    Ci sarà forse un giorno un cantore, un nuovo Pasolini, che racconterà ai nostri nipoti il diario del grande saccheggio, di quando il Bel Paese fu depredato e ridotto ad appendice politica e economica del mondo. Spiegherà come eravamo e come avremmo potuto essere. Lo farà con i paesaggi scomparsi, con le intelligenze disperse in una moderna diaspora, con industrie di cui rimane solo il nome, con una democrazia tradita. Forse si avventurerà in una ricerca dei responsabili di una tale piaga. Ma non ci sono responsabili. La colpa è di un morbo che ha avvelenato la mente di uno dei popoli più brillanti mai esistiti e che non sa più chi è. Che vaga come un cieco nella notte e se lo prendi per un braccio per accompagnarlo sulla strada si ritrae e ti insulta. Non è cieco, quello che deve vedere lo sa bene. Non ci sono cure per questa malattia che non vengano da sé stessi.
    Questo corpo indolente del Paese che non si muove, non si indigna, trangugia qualunque menzogna mi fa paura. Quando mi guardo allo specchio mi vedo più vecchio, qualche volta stanco o sfiduciato, ma sereno. Il 10 settembre sarò davanti a Montecitorio per chiedere che la legge Parlamento Pulito firmata da 350.000 cittadini venga messa in discussione al Senato. Rimarrò quanto serve. Anche se sarò solo. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure

  3. Sono stato tutto il giorno a togliere talli alla base degli ulivi per poi metterci il telo (senza toccare la parte tronco e aerea delle piante sia chiaro) e credo di aver fatto una cosa tangibile, bella meritoria, palpabile e che renderà più agevole il lavoro durante la raccolta.
    Questi parlano di azioni, borse, bond, obbligazioni e indici in ribasso… provino a piantare tutto per terra e vediamo se dal niente nasce qualcosa.
    La terra sarà bassa e chi soffre di schiena la sente ancora più cucita addosso, ma lei, non tradisce se non siamo noi a prenderla per le mele.

      • Dal letame nasce anche il cibo e la terra acquisterà sempre maggiore importanza. E’ l’unico bene che davvero non può essere riproducibile; perciò chi sta oggi (occultamente) indirizzando i destini mondiali ce la toglierà, con qualche inghippo; la toglierà, cominciando da quelli che ce l’hanno nei luoghi più fertili o più belli, o con più storia.
        Eppure chi ‘governa’ non lo capisce.

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